Luca Attanasio, schiaffo dell'Onu all'Italia: "Immunità diplomatica" ai funzionari accusati di omicidio
Una beffa targata Nazioni Unite nel caso di Luca Attanasio. Sono stati prosciolti i due dipendenti del Pam - Programma alimentare mondiale, i due funzionari dell'Onu che erano accusati di omicidio colposo in relazione alla organizzazione del viaggio in cui persero la vita, in Congo, l'ambasciatore italiano e il carabiniere Vittorio Iacovacci. Era il 22 febbraio 2021.
La delegazione fu oggetto di un agguato vicino al villaggio di Kibumba, non lontano dalla città di Goma. Il giudice per l'udienza preliminare ha riconosciuto il "difetto di giurisdizione" e la applicazione del principio di immunità diplomatica per i due accusati. Che non possono, dunque, venire processati.
La sentenza definitiva: ergastolo per gli assassini di Attanasio
Nella scorsa udienza il Ministero degli Esteri italiano aveva chiarito, con il direttore Affari giuridici della Farnesina, che per i due dipendenti della agenzia Onu andava riconosciuta la immunità diplomatica. Il difensore dei due funzionari dell'agenzia Onu, l'avvocato Alessandro Gentiloni, ha spiegato che con il riconoscimento da parte del giudice del "difetto di giurisdizione" è stabilito che l'Italia non può processare Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza.
"Pena di morte". Omicidio Attanasio, la richiesta della procura (ma qualcosa non torna)
La Procura della Capitale presenterà però ricorso alla Corte d'Appello contro il proscioglimento dei due funzionari dell'agenzia Onu. Secondo quanto assicurato ai familiari delle vittime i pubblici ministeri "percorreranno tutte le strade che l'ordinamento penale prevede per garantire" la tutela dei diritti delle persone vittime della vicenda. "C'è forte delusione e amarezza - è il commento dei familiari del carabiniere Iacovacci -. Prendiamo atto della sentenza e attendiamo i prossimi passi della Procura".