Orban, il "no" all'Ucraina: "Stiamo distruggendo l'Unione europea"
Sembra precipitare la situazione a Bruxelles. La durissima presa di posizione del premier ungherese Viktor Orban sull'ingresso accelerato dell'Ucraina nell'Unione europea ha provocato lo slittamento del Consiglio Ue e un vertice d'emergenza per tentare di ricomporre il quadro. Impresa assai difficile.
"L'Ucraina non è realmente in grado di avviare negoziati, ma a causa della guerra, per ragioni geo-strategiche, diciamo per ragioni politiche, dobbiamo avviare negoziati con loro - è il commento di Orban, in una intervista pubblicata su X dal portavoce del governo di Budapest, Zoltan Kovacs -. Penso che sia un errore. Questo è un errore, stiamo distruggendo l'Unione europea".
Per molti governi, il sostegno a Kiev è un punto di partenza imprescindibile soprattutto per mandare un messaggio di compattezza a Mosca. I rapporti molto stretti tra Orban e il presidente russo Vladimir Putin sono dunque visti con grande sospetto nelle cancellerie che contano. Ma il problema è sul tavolo e un veto ungherese complicherebbe drammaticamente le cose. Per questo l'inizio del Consiglio europeo è slittato di mezz'ora, alle 10,30, per far posto a una serie di bilaterali tra i leader. Alle 10 infatti è previsto un incontro tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il presidente francese Emmanuel Macron con lo stesso Orban.
Mercoledì sera alle 23 il presidente Michel ha avuto una conversazione telefonica con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, mentre nei giorni scorsi si era ventilata una partecipazione in presenza al vertice del leader ucraino.
Nel frattempo arriva dal premier finlandese Petteri Orpo la "condanna" politica nei confronti di Orban: "Non possiamo accettare nessun ricatto, dobbiamo trovare la soluzione insieme". In merito allo sblocco dei fondi (per l'Ungheria, parte integrante del braccio di ferro tra Orban e Bruxelles, ndr), Orpo ha assicurato che "nessun compromesso viene fatto sullo Stato di diritto". "Ciò che decideremo o che non decideremo sarà un segnale per Mosca, Kiev, Pechino e Washington. Per questo dobbiamo continuare con il nostro sostegno all'Ucraina", ha evidenziato il premier finlandese.