Giorgetti a Bruxelles, "non posso firmare"
"Così non posso firmare", ha detto Giancarlo Giorgetti ai suoi colleghi ministri dell'Economia dell'Ue, rendendo plastico lo stallo sul nuovo Patto di Stabilità (con l'ombra del Mes, non ancora ratificato dall'Italia, sullo sfondo). La trattativa serrata iniziata la notte del 7 dicembre non ha portato risultati significativi, l'intesa potrebbe arrivare intorno a Natale.
La ministra francese per gli Affari europei Laurence Boone, intervistata dal Quotidiano nazionale, ha riconosciuto: "L'Italia è un grande Paese dell'Ue. Come la Francia o la Germania, l'Italia può essere ancora più forte grazie all'Unione. È importante che i Paesi rimangano uniti quando si tratta di affrontare le questioni economiche, l'allargamento, la protezione dei confini e la migrazione". "Ad esempio - aggiunge - quando si parla di regole di bilancio, Francia e Germania ne discutono, ma includono sempre l'Italia nelle discussioni. Sappiamo che l'Italia deve essere a bordo affinché le cose vadano avanti".
Sul Patto di Stabilità Francia e Italia stanno giocando la stessa partita, "contro" Berlino. E non è un caso che il più sprezzante sia stato proprio Christian Lindner, il ministro delle Finanze tedesco: "Con questa gestione delle politiche di bilancio, resterete in procedura per deficit eccessivo fino al 2031". Un avvertimento a Roma, a Parigi, alla Spagna, i paesi più a rischio per quanto riguarda i conti. Lindner, ricorda il Corriere della Sera, finora ha ottenuto "un trattamento differenziale per i governi con il debito di oltre il 90% del prodotto lordo: dovranno ridurlo dell’1,5% del Pil all’anno e non dell’1% come gli altri; dovranno molto probabilmente puntare a un deficit dell’1% e non dell’1,5% come gli altri; e forse dovranno controllare anche la dinamica della spesa con più rigore".
"Non posso firmare nessun impegno se so che non sarò in grado di rispettarlo", ha ribadito Giorgetti in un colloquio privato con Nadia Calviño, presidente di turno dell’Unione in quanto ministra spagnola. Berlino chiede che chi è in procedura corregga i conti di circa lo 0,5% del Pil in termini "strutturali". Tradotto: 10 miliardi da trovare per la manovra dell'anno prossimo per il governo di Giorgia Meloni, più 18 miliardi per rifinanziare gli sgravi previsti in bilancio solo per il 2024. Giorgetti punta a ridurre la stretta sul deficit a 7/8 miliardi fino al 2027.