Meloni-Scholz, l'intesa su Ue e migranti: il nuovo piano d'azione
Sette anni dopo l’ultimo vertice intergovernativo Roma-Berlino è l’esecutivo di destra-centro di Giorgia Meloni ad “elevare”, con la firma del Patto d’azione, l’intesa fra Italia-Germania su cooperazione e sviluppo. Altro che Italia isolata in Europa: si chiude così, in grande stile, il triangolo di relazioni aperto con Parigi, grazie alla firma del Trattato del Quirinale. Un risultato significativo per la premier che a fine giornata, accanto al Cancelliere Olaf Scholz, non ha nascosto la soddisfazione: «Col Patto d’azione la nostra cooperazione fa un salto in avanti, a un nuovo livello: questo segna un cambio di passo nelle nostre relazioni, già eccellenti». Tutto ciò esplorando anche «nuovi ambiti di dialogo e crescita comune»: dall’economia al clima, dall’innovazione alla coesione sociale, dall’energia all’ambiente “sostenibile”.
Senza dimenticare politica estera e difesa. Il dispositivo del “patto” è che due fra le prime tre nazioni d’Europa riaffermano la volontà di rafforzare il partenariato e di dialogare «in un momento cruciale per il nostro continente». Materiale sufficiente, allora, per parlare di «una buona notizia per i nostri popoli e per l'Europa nel suo complesso».
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I CONFLITTI
Un incontro importante insomma, che ha visto mezzo esecutivo al seguito di Giorgia Meloni (i ministri di Esteri, Interno, Difesa, Economia, Imprese, Lavoro e Università), accompagnato da un bilaterale dove i due capi di governo hanno confermato una buona “chimica” e posizioni sempre più convergenti sui temi più stringenti dell’agenda politica. A partire dai due teatri di guerra.
Ribadito l’appoggio incondizionato a Kiev, Italia e Germania guardano alla ricostruzione: «Le prossime due conferenze si svolgeranno proprio in Germania e in Italia», ha affermato Meloni per la quale parlare di ciò «significa scommettere su un futuro di integrità, di libertà ed europeo per l'Ucraina».
Non è mancato, a proposito, un appunto sulla presenza (in video) di Vladimir Putin al G20 col quale lei e Scholz si sono collegati: «Per lui è stata un’occasione di visibilità politica, non dico per fare propaganda ma per difendere le sue posizioni». Sul fronte Medio Oriente, ribadita la comune e «ferma condanna di Hamas» e il diritto di Israele «all'autodifesa» sottolineando allo stesso tempo l'importanza della pause umanitarie (per garantire gli aiuti alla popolazione civile di Gaza) e la necessità di una «soluzione strutturale»: ossia «due popoli, due Stati».
Il vertice Scholz-Meloni si è innestato all’interno di una delicata trattativa che sta impegnando l’Ue: quella sul nuovo Patto di stabilità. Dossier su cui una corrispondenza “di sistema” con la Germania- storicamente sul fronte rigorista- è vista dal governo come un passaggio fondamentale per la tenuta sociale e il rilancio economico dell’Ue. La notizia è un avvicinamento incoraggiante delle posizioni: «Stiamo cercando di capire il punto migliore di incontro. Lavoriamo per ottenere una soluzione possibile da rispettare nei prossimi anni», ha affermato la premier. Che ci tiene a mettere in evidenza un aspetto: «La posizione italiana chiede non una politica di bilancio “allegra”, che non stiamo facendo perché siamo una nazione seria, ma abbiamo un problema di difesa degli investimenti. È importante che le nuove regole della governance premino gli sforzi per favorire le scelte strategiche». Proprio qui si sono registrate significative aperture tedesche. «Siamo vicini come mai prima d’ora a un risultato», ha spiegato Scholz. Se perla Germania «il criterio di stabilità deve avere un ruolo importante», allo stesso tempo nessuno vuole «che un Paese debba seguire un programma di austerity».
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RICHIEDENTI ASILO
Se sulla governance ci si muove con prudenza e moderato ottimismo, ancora più fluida sembrala situazione sull’altro dossier caldo: quello migratorio. Se dopo l’accordo sulla riforma del Sistema comune Ue di asilo i toni fra Roma e Berlino si erano già molto ammorbiditi, ieri è giunta l’ufficializzazione dell’apertura tedesca al protocollo Italia-Albania: Scholz ha detto di «osservarlo con attenzione» confermando «che è tutto all'interno del diritto e delle regole europee». Spazio, infine, alla questione Ita-Lufthansa. L’augurio del Cancelliere è di un «trattamento veloce e giusto a Bruxelles». Per Meloni l’Italia è pronta a inviare la notifica a Bruxelles: «Auspichiamo velocità nel chiudere il dossier. Abbiamo fatto un ottimo lavoro».