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Paolo Gentiloni contro il governo: "Polemiche che danneggiano l'Italia"

Salvatore Dama
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Paolo Gentiloni dice di voler evitare di entrare in polemica con il governo italiano. Tirando comunque una stoccata a Giorgia Meloni quando dice che inasprire la polemica con Bruxelles fa male a Roma più che alle istituzioni comunitarie. Come dire: è chi fa polemica- cioè il centrodestra- a danneggiare l’Italia. Il commissario europeo si concede questa piccola digressione sull’attualità mentre presenta le previsioni economiche d’estate dell’Ue. Numeri che non sorridono: le previsioni di crescita per il nostro paese sono al ribasso, anche se in un quadro generale con il segno meno. Gentiloni risponde anche sul caso Ita. I ritardi sulla pratica, contestati dall’esecutivo italiano, non sono affar suo, il dossier non è di competenza del commissario per l’Economia. Ma lui ci butterà comunque un occhio perché, rispondendo a cui lo accusa di essere «poco italiano», assicura: «Io ci tengo al mio Paese». Sul superbonus l’ex presidente del Consiglio invita Roma ad accantonare la misura («Come tutte le altre straordinarie» legate al Covid e alla crisi energetica) quanto prima. Infine Gentiloni rilancia la trattativa sul nuovo patto di stabilità, difendendo il lavoro di mediazione svolto dalla Commissione dalle critiche dei governi (quello italiano in primis).

POLEMICA
Insomma, nel suo stile (non è mai stato uno che appicca incendi), Gentiloni risponde alle critiche che arrivano dal suo Paese di origine: «Non voglio partecipare a polemiche che penso danneggino l’Italia», dice parlando del suo ruolo a Bruxelles, «è una domanda che mi è stata rivolta indirettamente diverse volte negli ultimi giorni, persino in India. Ci tengo al mio Paese e per questo non voglio alimentare queste polemiche». Nei giorni scorsi in tanti nel governo- da Salvini a Tajani- avevano criticato il comportamento di Gentiloni, reo di non difendere abbastanza le ragioni dell’Italia in Europa. Vuole chiudere il capitolo. E aprirne un altro, non meno doloroso. Gentiloni si dice “sorpreso” per la performance della crescita in Italia: «Nel secondo trimestre è al ribasso, con una contrazione dello 0,4 per cento». Sebbene sia previsto un leggero rimbalzo nella seconda metà di quest’anno e nel prossimo, «le proiezioni di crescita annuale sono state riviste al ribasso a partire dalla primavera».

 

 

Si prevede che il Pil italiano crescerà dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024. La frenata italiana è in linea con il resto dell’Eurozona («Uno 0,1 meglio della media Ue») e per questo «non dobbiamo dare di queste previsioni un’interpretazione particolarmente negativa», perché fanno parte di un contesto che riguarda «l’insieme dei Paesi europei». Gentiloni dice di avere «fiducia» nell’economia italiana, «come ha dimostrato in tante occasioni può reagire in modo positivo». Quali sono secondo il commissario europeo le cause del rallentamento? Il calo dei consumi, la contrazione dell’export, la fine delle misure straordinarie di sostegno attuate durante il Covid e poi la stretta monetaria decisa dalla Bce: «Influisce sulla crescita in tutti i paesi e ha un ruolo forse particolare laddove dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti».

FRENATA TEDESCA
E poi c’è la frenata tedesca che condiziona anche l’Italia, dal momento chele due economie sono molto interconnesse: “Su base annua si prevede che l'economia tedesca si ridurrà dello 0,4% nel 2023, una significativa revisione al ribasso rispetto alla crescita dello 0,2% prevista nelle previsioni di primavera”. Sull’asse italo-tedesco si dipana anche la vicenda della compagnia aerea Ita. Il governo accusa Bruxelles di ritardare l’esame della partnership tra Ita e Lufthansa. Sotto sotto, si teme che ci sia una manina “francese” che sta volontariamente tenendo il dossier chiuso in un cassetto. Sul tema Gentiloni prende un impegno personale: “La questione di Ita non fa parte delle mie competenze, ma è una questione che conosco bene, che mi sta a cuore e che quindi, nell'ambito delle responsabilità collegiali della Commissione, cercherò di affrontare". Infine, sul tema del superbonus 110%, misura voluta dai grillini e in odio all’attuale esecutivo perché ha fatto sballare i numeri della finanza pubblica, arriva un assist (involontario?) dal commissario europeo: «È una misura straordinaria che è giusto gradualmente eliminare». 

 

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