Gentiloni, la pagella Ue sull'Italia: "L'effetto della cancellazione del Superbonus"
Con che maglia gioca Paolo Gentiloni? Il commissario Ue all'Economia, sotto attacco da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, magari non sarà "anti-italiano" ma viene il sospetto che indossi la casacca della sua vecchia (e attuale) casacca politica, quella del Pd. Un ulteriore indizio, al di là di tutti i dossier ancora aperti su Palazzo Chigi, arriva dalle "pagelle" europee presentate oggi dall'ex premier. Nelle previsioni economiche d'estate si sottolinea come la crescita economica dell'Italia ha iniziato a rallentare lo scorso anno, arrestando la ripresa post-pandemia che aveva portato la crescita al 7,0% nel 2021 e al 3,7% nel 2022. Dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre, trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell'edilizia. A questo sviluppo ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia, che hanno spinto fortemente l'attività edilizia negli ultimi due anni. Una bordata indiretta al governo di centrodestra che ha deciso di cancellare il Superbonus al 110%, il "doping di Stato" difeso a spada tratta dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte (con la sponda del Pd). Parole così chiare, da Bruxelles, diventeranno un clamoroso tema di propaganda per il centrosinistra nelle prossime ore.
Alcuni indicatori congiunturali, tra cui la produzione industriale, che erano in peggioramento da diversi mesi, si sono stabilizzati durante l'estate, suggerendo un marginale rimbalzo nella seconda metà dell'anno, prosegue la nota della Commissione Ue comunicata da Gentiloni. Nel complesso, si prevede che il Pil cresca dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024, comportando una revisione al ribasso di 0,3 punti percentuali ogni anno. Gentiloni ha sottolineato come in Italia "la crescita del Pil nel secondo trimestre ha sorpreso per il peggioramento con una contrazione dello 0,4% trainata dalla caduta della domanda interna”. Il quadro generale non è certo roseo, peraltro. "In Germania, il Pil nella prima meta' dell'anno è stato significativamente più debole di quanto previsto in precedenza. Il calo dei salari reali ha pesato sui consumi. Su base annua, si prevede che l'economia tedesca si ridurrà dello 0,4% nel 2023, una significativa revisione al ribasso rispetto alla crescita dello 0,2% prevista nelle previsioni di primavera. Nel 2024, si prevede che il Pil reale rimbalzi dell'1,1%, guidato da una ripresa dei consumi".
C'è poi il capitolo Christine Lagarde. "La Banca centrale europea ha continuato a normalizzare i suoi principali strumenti di politica monetaria. Rispetto alle previsioni di primavera, l'aumento dei tassi attesi è moderato. Sebbene l'aumento dei tassi attesi sia marginale, vi è una crescente evidenza del suo impatto sull'economia reale", prosegue Gentiloni. "I costi di finanziamento sono aumentati ulteriormente e l'erogazione del credito bancario al settore privato ha continuato a rallentare, segnalando un'efficace trasmissione della politica monetaria". Gli investimenti e l'attività complessiva nei settori economici che fanno maggiore affidamento sui finanziamenti esterni sono particolarmente colpiti. In particolare, l'aumento dei tassi ipotecari e l'inasprimento generale delle condizioni di credito, uniti alla diminuzione della domanda, hanno continuato ad avere un impatto sui mercati immobiliari dell'Ue".
"I salari nominali hanno continuato a crescere, ma sempre a tassi leggermente inferiori all'inflazione. Di conseguenza, il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti ha continuato a diminuire, ma in modo più moderato rispetto ai trimestri precedenti. L'anno prossimo, tuttavia, si prevede un aumento dei salari reali, poiché l'inflazione è destinata a ridursi e i salari a crescere ulteriormente", ha aggiunto Gentiloni. "L'occupazione ha continuato a crescere nella prima metà di quest'anno, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito ulteriormente, raggiungendo a luglio il 5,9% nell'Ue e il 6,4% nell'area dell'euro. La reazione del mercato del lavoro al rallentamento della crescita economica è destinata a essere blanda. Ciò è dovuto al perdurare della rigidità del mercato del lavoro, nonostante alcuni segnali di raffreddamento e, forse, all'accumulo di manodopera dovuto alla carenza di competenze. Non si prevede nemmeno un aumento significativo della disoccupazione".