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Legge sulla natura, via libera in Ue: Italia rovinata, cosa succede ora

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Via libera del Parlamento europeo alla legge sulla natura: è stata bocciata - con 312 voti a favore, 324 contro e 12 astenuti - la richiesta di rigetto del provvedimento. Richiesta avanzata dal Partito popolare europeo e dagli altri gruppi della destra dell’emiciclo. Si tratta della Restoration Law, una legge che prevede il ripristino della biodiversità. Contrari non solo i Popolari e le destre ma anche le associazioni degli agricoltori. A favore, invece, i Socialisti, i Verdi, le Sinistre e gran parte dei Liberali. In  tribuna a Strasburgo Greta Thunberg, che ha voluto seguire da vicino le operazioni di voto.

La legge ha l'obiettivo di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030. Tra i vincoli previsti ci sono la riduzione dei pesticidi chimici del 50% entro il 2030, l'aumento delle aree protette, il salvataggio degli impollinatori e il mantenimento di spazi verdi urbani entro il 2030, programmandone un aumento del 5% entro il 2050. Se da una parte ogni stato membro è chiamato a sviluppare piani nazionali di ripristino con una precisa rendicontazione di quanto fatto, l'Ue da parte sua mette sul piatto circa 100 miliardi di euro.

Tra i punti più contestati c'è la riduzione del 10% delle aree agricole coltivabili. Cosa che, nei fatti, diventerebbe un obbligo per le aziende agricole e successivamente anche per i consumatori finali, i quali molto probabilmente si troverebbero a fare i conti con ulteriori aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari. A esultare, in Italia, è stato Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi, che ha commentato: "I ladri di futuro sono stati fermati. La richiesta della destra e dei conservatori di bocciare la legge sul ripristino della natura è stata bocciata dal Parlamento europeo. La destra di Meloni e i suoi alleati, che difendono interessi inquinatori è stata fermata".

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