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Mario Draghi suona la sveglia all'Ue: "Nuove regole per shock comuni"

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Mario Draghi scuote l'Ue. Ospite della Martin Feldstein Lecture del Nber (National Bureau of economic research), l'ex premier si rivolge direttamente all'Europa affinché si doti "di nuove regole che le consentano di affrontare shock comuni piuttosto che, come accaduto nel passato, singole crisi". Una cosa però per il fu presidente della Bce va detta, rispetto al passato, "la natura degli shock che stiamo affrontando sta cambiando. Con la pandemia, la crisi energetica e la guerra in Ucraina, ci troviamo sempre più di fronte a shock comuni e importati piuttosto che a shock asimmetrici, creati internamente". Risultato? "Ciò sposta il problema dal sostenere gli stati in difficoltà all'affrontare sfide condivise, creando cosi un diverso allineamento delle preferenze politiche".

 

 

Ecco spiegato il motivo: "Se il grado di convergenza all'interno dell'area dell'euro è più alto, la frequenza degli shock asimmetrici è minore e il finanziamento comune di obiettivi condivisi aumenta, più rari diventeranno i casi in cui una capacità fiscale sarà davvero necessaria". E ancora, sono necessarie "regole che facilitino il massiccio fabbisogno di investimenti di cui abbiamo bisogno. E dobbiamo garantire la credibilità a medio termine delle politiche fiscali nazionali in un contesto di livelli di debito post-pandemia molto elevati". 

 

 

In ogni caso l'ex banchiere è ottimista: "Credo che gli europei siano ora più pronti, rispetto a venti anni fa ad una maggiore integrazione perché ora ci sono solo tre opzioni: paralisi, exit o integrazione". La riprova? "I sondaggi sono chiari e ci dicono che i cittadini sentono un crescente senso di minaccia esterna soprattutto dall'invasione russa e questo rende la paralisi inaccettabile. Per quanto riguarda l'ipotesi di exit è passata dalla teoria alla realtà con la Brexit con benefici molto incerti e costi che sono tutti visibili. Se paralisi e exit non sono attrattivi i costi di un'ulteriore integrazione sono più bassi". 

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