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Terremoto al Parlamento Ue, "verso il cambio di maggioranza": le indiscrezioni

Roberto Formigoni
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Francamente si pensava che la luna di miele del governo con l’opinione pubblica e l’accordo degli alleati tra di loro potessero durare più a lungo, almeno per tutta l’estate, diciamo. E invece i dissidi sono nati prima, anche se le divisioni e le contrapposizioni sempre più evidenti nella sinistra coprono le scaramucce nel centrodestra. Il fatto è che il tema delle elezioni europee si è imposto prima che nelle precedenti occasioni, e ha fatto emergere le divisioni. Vediamo dunque come stanno le cose. L’indebolimento dei governi socialisti in molti paesi europei - dalla Germania alla Spagna alla Svezia e altri- fa sperare il centro destra italiano ed europeo che dopo le elezioni di giugno 2024 sia possibile un cambio di maggioranza a Bruxelles: non più la predominanza dell’asse tra popolari e socialisti, che ha governato l’Unione Europea in questi ultimi decenni, ma un nuovo asse tra popolari, conservatori e liberali. Sarebbe un cambio epocale, molte politiche europee dovrebbero cambiare e, ultimo ma non ultimo, il paese egemone, la guida politica in Europa sarebbe l’Italia come più grande paese a guida centrodestra (in casa sua); non più la Germania, governata dai socialisti, non la Francia di Macron, neppure la Spagna....ma l’Italia. Occasione d’oro, da perseguire con ogni forza.

 

 

Ma anche con ogni saggezza perché gli elettori europei possono apprezzare una destra moderata alla guida dell’Europa, non certo una destra estremista. Ecco perché l’impuntatura di Salvini di inserire da subito il partito della Le Pen nell’alleanza europea che si sta costruendo appare del tutto insulsa, o addirittura una provocazione. Le Pen è da sempre su posizioni estremiste, inaccettabili per il cittadino europeo moderato. Vedere Le Pen nell’alleanza farebbe perdere voti e probabilmente la maggioranza stessa. Peggio ancora è la richiesta salviniana di allearsi anche con l’estrema destra di AfD in Germania, a questo punto la sconfitta sarebbe certa.

 

 

Chi sa di politica sa che non si vince sommando i voti qualunque essi siano, ma proponendo programmi coerenti, alleati compatibili e candidati affidabili: non è il caso né di Le Pen né di AfD. Aggiungo che altra cosa è fare le elezioni con un’alleanza coerente e, se proprio necessario, negoziare successivamente un qualche accordo limitato con partiti esterni all’alleanza. Purché con grande saggezza e senza rinunciare a nessun punto identitario. Questo è stato fatto con successo altre volte, gli elettori capirebbero e i partiti aggregati accetterebbero il loro ruolo in qualche modo “aggiuntivo”. Salvini, per improvvida cocciutaggine, eviti di far fallire un progetto che avvierebbe l’Europa, finalmente, su una strada coerente con la nostra vera identità. 

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