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Olanda, "cade il governo Rutte": migranti, bomba sull'Europa

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Il governo olandese cade sui migranti ed è un terremoto politico che potrebbe nel giro di pochi giorni contagiare anche Bruxelles, visto che il tema ha agitato anche l'ultimo, recentissimo Consiglio Ue. La crisi irreversibile dell'esecutivo guidato da Mark Rutte, leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia e tra i più "falchi" di tutta l'Unione, spesso in contrasto con l'Italia, è stata innescata da divergenze inappianabili sulla limitazione all'afflusso di migranti.

I partiti che compongono la maggioranza di governo nei Paesi Bassi non sono riusciti a raggiungere un accordo sulle misure per limitare l'ingresso di richiedenti asilo, come anticipato da fonti vicine al gabinetto citate dall'emittente televisiva Nos. Divergenze, come detto, inappianabili: tutti danno per scontato, infatti, che l'esperienza del quarto governo Rutte sia da considerare da oggi e a tutti gli effetti terminata. Il primo ministro era in carica a varie riprese ma ininterrottamente dal 2010. 


La trattativa interna al governo andava avanti da giorni ma i negoziati di oggi hanno dunque segnato una nuova, stavolta fatale fumata nera. Alcuni esponenti dei partiti di maggioranza, nella fattispecie la leader dei Democratici 66 (D66) Sigrid Kaag e l'esponente dell'Appello cristiano democratico (Cda) Hugo de Jonge erano usciti stanotte dall'incontro con sensazioni positive, secondo il quotidiano Nrc. Il premier Rutte, che premeva per raggiungere un'intesa, aveva minacciato gli alleati di ritirarsi dalla coalizione. Nello specifico, a far finire il governo sarebbe stata la mancata intesa su misure per limitare il ricongiungimento dei migranti, con i partiti VVD e CDA contrapposti ai più aperturisti liberali e calvinisti. Il principale quotidiano olandese De Telegraaf azzarda già la data del ritorno al voto anticipato, per il prossimo ottobre.

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