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Tasse, l'ultima follia Ue: balzello su quello che buttiamo via

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Claudia Osmetti
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Nero su bianco non c’è nulla, almeno non nei documenti programmatici ufficiali. Solo qualche dichiarazione rilasciata alla stampa (con e senza la lettera maiuscola, nel senso che una di queste è stata riportata dal quotidiano La Stampa giusto ieri). Johannes Hahn, commissario europeo per la programmazione finanziaria e il bilancio, in quel di Bruxelles: «A settembre faremo una proposta. Tra le idee c’è quella di introdurre un prelievo sugli sprechi alimentari oppure sui rifiuti elettrici. Si tratta di questioni che hanno un grande impatto ambientale». Stop: ché basta questo, però. Il resto lo sappiamo già perché uno, significa che l’Europa è pronta ad accollarci un altro balzello tanti -saluti -e -grazie due, e vuol dire che lo farà nel sacro nome dell’ideologia green che oramai tutto può e tutto copre e niente la scalfisce. Della serie, ci risiamo. Dopo lo stop alle auto a benzina che dal 2035 non riusciremo più a comprare neanche volendo e dopo la direttiva sulla riqualificazione energetica delle case green che arriverà pure prima (cioè sarà effettiva entro il 2030 per gli edifici nuovi), adesso tocca alla tavola. Anzi, agli scarti della tavola.



Chiariamoci, lo spreco alimentare è uno spreco doppio e ben non fa. Nè al portafoglio né all’etica: ché buttare il cibo è un peccato, mica solo uno sperpero. Però di cosa stiamo parlando? Perché sì, è vero, da noi finiscono (letteralmente) nella pattumiera dell’umido circa nove miliardi di euro all’anno, ma siamo già riusciti a sforbiciare su quella cifra con un calo, nel 2022, del 12% rispetto allo stesso dato dell’anno prima. Lo dice il report Il caso Italia 2023 del Waste watcher international observatory on food and sustainability (l’Osservatorio internazionale sullo spreco alimentare). «Le parole di Hahn purtroppo non ci sorprendono», spiega il deputato in Ue Marco Zanni, Lega: «Passando per una serie infinita di provvedimenti che colpiscono il nostro Paese, questa Commissione europea pare ossessionata dall’idea di promuovere nuove tasse e obblighi per i cittadini. Il contrasto allo spreco alimentare è una battaglia che ci riguarda tutti e l’Italia si è già dotata di una legge che cerca di ridurlo per recuperare il cibo senza tassare i cittadini».

 

Ecco, appunto. «Imporre nuove punizioni e ulteriori oneri sulle spalle di imprese, famiglie e lavoratori è profondamente sbagliato». Vallo a spiegare ai pensionati che faticano ad arrivare a fine mese e hanno solo la vecchia Panda e quando la dovranno cambiare saran dolori. Oppure ai condomini dei palazzi che già sono alle prese con l’inflazione e tra un po’ dovranno pure riammodernare gli stabili per consumare di meno (ma in futuro). Vaglielo a spiegare che, ora, l’Ue pensa addirittura a tassarli su quel che non finiscono nel piatto. «Dopo le conseguenze della crisi pandemica, della guerra e delle sanzioni», chiosa Zanni, «mettere le mani nelle tasche dei cittadini è l’ultima cosa da fare». 

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