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Ong, la denuncia dI Silvia Sardone: "Un fatto gravissimo"

Pietro De Leo
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Il Qatargate ha mostrato quanto opachi possano essere i rapporti tra (alcune) Ong e l’Europarlamento. Il problema è quando esponenti delle associazioni non governative scrivono atti per conto del parlamentare di riferimento, che si limita poi semplicemente a presentarli in commissione. Nei fatti sposando in toto la linea di una associazione. È quanto sarebbe accaduto a proposito di un regolamento per la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico. Un dossier che è in fase di negoziato in due commissioni, ambiente ed industria. Ebbene, la relatrice in commissione Ambiente, la leghista Silvia Sardone, della famiglia europea Identità e Democrazia, ha denunciato una circostanza sorprendente e che riguarda la collega dei verdi Jutta Paulus, tedesca, relatrice anche lei ma in commissione industria.

 

 

«Durante i lavori di analisi del testo», ha scritto Sardone in una nota, «è emerso che gli “emendamenti di compromesso” avanzati dall’ufficio Paulus hanno come autrice dei file una certa Alessia Virone, direttrice affari governativi della Organizzazione non governativa ambientalista Clean Air Task Force (CATF). È gravissimo che i negoziati parlamentari si basino su documenti scritti da una Ong dichiaratamente di parte, e che siano mandati a tutti, mantenendo l’originalità del testo. Imbarazzante che i file proposti, scritti da una Ong, possano indirizzare la linea della maggioranza sul testo ed inquinare lo sviluppo di un documento in Commissione e poi in Parlamento».

 

 

Insomma, l’eurodeputata Paulus avrebbe fatto da esecutrice dei desiderata della Ong. «È come se un emendamento fosse presentato con il timbro di un’azienda» dice, raggiunta da Libero, Silvia Sardone, «si tratta di un fatto inaccettabile e per questo ho chiesto che Paulus si dimetta dal ruolo di relatrice». Quanto accaduto ha suscitato lo sdegno anche il Ppe. Il relatore dei popolari in commissione industria, Massimiliano Salini (Forza Italia), spiega come ci sia in ballo un altro aspetto: «Le interlocuzioni è normale che ci siano. Ma devono essere sugli aspetti generali di un dossier, i tuoi interlocutori non devono scrivere i contenuti delle proposte di emendamento e di compromesso nella fase di costruzione negoziale. Tantomeno devono essere messi nelle condizioni di conoscere il dettaglio dei negoziati fino a che questi non sono pubblici. Il fatto, per quanto ci sia ancora molto da accertare, è particolarmente sgradevole». Dunque «come Ppe chiederemo di sottrarre il ruolo di relatrice alla verde Paulus e di non tener conto dei ‘compromessi’ per come li ha proposti. Chiediamo di ricominciare daccapo». Un’altra vicenda che fa riflettere sulla trasparenza, la riservatezza e l’autonomia politica nei processi decisionali dell’Europarlamento.  

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