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Qatargate, gli emiri minacciano l'Europa: la vendetta del gas

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Al Qatargate ora si aggiunge un nuovo inquietante capitolo, ossia quello delle minacce degli emiri all'Europa. Il tutto dopo la stretta annunciata da Strasburgo: giovedì infatti gli eurodeputati hanno votato quasi all'unanimità un testo con cui si sollecita "la sospensione dei permessi di accesso per i rappresentanti degli interessi del Qatar" durante le indagini dell'inchiesta della procura di Bruxelles, indagine chiamata "cash for influence", ovvero denaro in cambio di influenze, appoggi.

Il Qatar, infatti, ha detto chiaro e tondo che quanto avvenuto potrà avere "un impatto negativo" sulle relazioni con l'emirato del Golfo e sulla fornitura globale di gas, la materia prima su cui il Qatar sta costruendo la sua fortuna e, si presume, il suo impero fatto di corruzione.

Dopo il voto sulla risoluzione, la decisione definitiva circa lo stop ai permessi di accesso al Qatar spetta alla presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, che interpellata sul punto, ovvero se bandire o meno i rappresentanti dell'emirato e altri funzionari implicati nello scandalo, ha risposto: "Questa è una delle domande che porrò immediatamente alla conferenza dei presidenti". Insomma, tutto sembra ancora essere possibile.

Ma come detto, Doha nel frattempo mette le cose in chiaro. O meglio, minaccia: "La decisione di imporre una tale restrizione discriminatoria al Qatar, limitando il dialogo e la cooperazione prima della fine del procedimento giudiziario, avrà un effetto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché sulle discussioni in corso sulla scarsità energetica globale e sulla sicurezza". Insomma, il ricatto, ancora una volta, è sul gas. E non solo: inquietante anche quel riferimento alla "sicurezza regionale e globale". Per inciso, il Qatar continua a negare qualsiasi illecito per quel che riguarda le indagini tutt'ora in corso.

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