Europarlamento, mossa disperata della sinistra: "Qui non potete entrare"
Dopo l'esplosione del Qatargate, arriva la prima "rappresaglia" nei confronti del Paese mediorientale accusato di aver corrotto con regali di lusso e centinaia di migliaia di euro in nero alcuni esponenti di spicco dell'Europarlamento, a partire dalla ormai ex vicepresidente greca Eva Kaili e all'ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri. Gli onorevoli di Strasburgo ora chiedono "di sospendere l'accesso all'Eurocamera dei rappresentanti d'interessi del Qatar fino a quando le indagini giudiziarie non faranno chiarezza". Nel testo votato al Parlamento europeo in seguito ai sospetti di corruzione dal Qatar si invoca, inoltre, la sospensione di tutti i lavori legislativi relativi a Doha.
Gli europarlamentari si dicono poi preoccupati "per i potenziali conflitti di interesse causati dai 'lavori secondari', in particolare quando alcuni eurodeputati ricoprono il ruolo di manager, di membri del consiglio di amministrazione o dei comitati consultivi di banche, multinazionali o società quotate in borsa o di consulenti". Gli eurodeputati "sono favorevoli a un sistema di dichiarazioni patrimoniali, all'inizio e alla fine di ogni mandato. Queste dichiarazioni potrebbero essere accessibili solo alle autorità competenti e verrebbero controllate in caso di accuse fondate", afferma la plenaria di Strasburgo in una risoluzione sui "Sospetti di corruzione da parte del Qatar. Ma la polemica politica monta e spacca anche l'Euro-aula. Il Partito socialista europeo rivendica "un approccio di tolleranza zero nei confronti della corruzione", assicurando che "gli individui giudicati colpevoli di corruzione non hanno posto nella famiglia politica progressista", ma il Ppe affonda il colpo: "Questo non è un Qatargate, ma uno scandalo socialista".
Dall'Italia, intanto, arriva un altro attacco dalla Lega: "Al Parlamento Europeo abbiamo presentato alcuni emendamenti alla risoluzione sul Qatargate, provvedimento dal quale siamo stati arbitrariamente esclusi dopo aver contribuito alla sua stessa redazione. Tra questi, proposte di buonsenso quali accertare le responsabilità politiche, invitare tutti gli eletti a rivelare legami o benefici ricevuti da Qatar e Ong, una revisione più stringente delle norme sulle Ong stesse e una indagine approfondita sull'influenza del Qatar sulle istituzioni Ue". "La sinistra - si legge nella nota degli eurodeputati leghisti -, ovvero quella stessa famiglia politica al centro dello scandalo internazionale, si è opposta ai nostri emendamenti, i quali hanno ottenuto un appoggio trasversale. Cosa nascondono? Perché questa difesa a oltranza delle Ong e del loro oscuro modus operandi? Oltre al danno, la beffa: un insulto alla decenza e all'intelligenza di milioni di cittadini europei che oggi, come tutti noi, chiedono di fare chiarezza su una vicenda vergognosa".