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Michael Claise, lo sceriffo giallista che fa collassare la Ue: chi è quest'uomo

Carlo Nicolato
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Lo hanno definito il Tonino Di Pietro di Bruxelles, il magistrato che vorrebbe rivoltare il Parlamento europeo come un calzino. Per le sue dichiarazioni senza compromessi, come quella secondo cui il Belgio è un Paese intrinsecamente corrotto e i politici o non lo capiscono o sono corrotti anche loro, «un'ipotesi che non trascurerei». E lo stesso potrebbe dire, ne è intimamente convinto, delle istituzioni europee che sono il simbolo di quella «democrazia per me fottuta», come ha solo qualche giorno fa dichiarato alla stampa del suo Paese.

 

 


Eppure in quest'ultima stanca definizione di vecchio combattente della giustizia si intravede un che di letterario, una sfiducia nell'istituzione in sé, non tanto negli uomini che la rappresentano che sono comunque destinati a fallire. Sembra un po' di sentire le parole scoraggiate di un Maigret imbustato nel suo caldo cappotto, nascosto in un cappello di feltro e nel fumo della sua pipa. Sono espressioni che Michel Claise, magistrato esperto di scandali finanziari sì, ma anche giallista a tempo perso ma di un certo successo, ha studiato, detto e interpretato, come i suoi personaggi.

 

 

 


Sessantasei anni, belga francofono proprio come George Simenon anche quest' ultimo non ha mai amato il suo Paese d'origine e a parte la prima giovinezza lo ha frequentato nei suoi libri più che altro per descrivere vicende in ambientazioni grigie e algide come certi paesi fiamminghi. Claise, che invece nel suo Belgio ci vive e ci lavora, ha almeno un'altra cosa in comune con il suo illustre maestro: i personaggi dei suoi libri sono persone vere o verosimili che lui ha conosciuto nei tribunali, così come Simenon, che iniziò come giornalista di nera, li conosceva perché li aveva frequentati o se li faceva raccontare dalla gente comune. E proprio come Maigret, Claise sta dalla parte dei poveri, mentre contro i Panzeri e i Kaili di turno non ha alcuna pietà. Nato nel 1956, da una madre di 17 anni e un padre di appena 20, la sua culla, come lui ha raccontato più volte, è stata lasciata nel panificio della nonna materna ad Anderlecht, un'anziana resistente che lui adora e le cui gesta durante la guerra racconta nel suo primo romanzo Salle des pas perdus.

 

 

 

Dopo gli studi inizia la sua attività di avvocato e poi giudice istruttore, sono anni che lo segnano anche umanamente e lo portano ad avere una visione oltremodo pessimistica: «Viviamo in un periodo in cui l'economia è completamente penetrata dal denaro sporco» ha detto recentemente Claise, «centinaia di miliardi all'anno distribuiti in Europa. A ciò si aggiungono contraffazioni, truffe, ecc.». E tra i corruttori non c'è solo il Qatar, sostiene, ma anche e soprattutto la Cina. Contro tutti questi «siamo costretti a combattere con le balestre mentre i nostri avversari sono criminali che corrono a 200 all'ora».

 

 

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