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Qatargate, Francesco Giorgi crolla e confessa: nuovi clamorosi nomi

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Ha confessato tutto, Francesco Giorgi, e le parole del compagno della ormai ex vicepresidente dell'Europarlamento, la greca Eva Kaili, potrebbero rappresentare la svolta e l'avvio della vera slavina nell'inchiesta Qatargate. L'assistente italiano, ex collaboratore di Antonio Panzeri (anche lui, come Giorgi e la Kaili, finito in arresto con l'accusa di corruzione), avrebbe ammettendo davanti alla polizia belga e al giudice istruttore di aver fatto parte di un'organizzazione - utilizzata sia dal Marocco che dal Qatar - attiva con l'obiettivo di interferire negli affari europei attraverso dazione di denaro e regali di lusso. A casa di Giorgi, ad Abbiategrasso, sono stati trovati 20mila euro in contanti. Nell'abitazione della Kaili a Bruxelles 750mila euro, in quella di Panzeri 600mila euro. Tutti in contanti, nascosti in sacchi.

Lo affermano atti del tribunale consultati da Le Soir e La Repubblica. Giorgi, 35enne di Abbiategrasso, è stato incriminato e incarcerato dal giudice Michel Claise per corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un'organizzazione criminale. Secondo gli inquirenti, sarebbero 60 gli europarlamentari coinvolti a vario titolo in questo scandalo.

Secondo quanto scrive il giornale, Giorgi avrebbe spiegato di fare il "contabile" per conto dell'organizzazione e avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Panzeri. Il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged. In base ai documenti consultati dai due quotidiani - si legge ancora sul giornale - Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l'ambasciatore del Marocco in Polonia.

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