Qatargate, "soffiata dei servizi segreti": come nasce lo scandalo
L'inchiesta per corruzione che ha travolto il Parlamento europeo - il cosiddetto Qatargate - sarebbe partita da una soffiata dei Servizi segreti degli Emirati Arabi, Paese rivale del Qatar. Lo riporta il Fatto Quotidiano, secondo cui la "dritta" sarebbe giunta addirittura nel 2021.I principali sospettati sono l'ex eurodeputato di sinistra Antonio Panzeri e l'ormai ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili.
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A collaborare con i pm sarebbe soprattutto Francesco Giorgi, anche lui coinvolto. Si tratta del compagno della Kaili e soprattutto dell'ex collaboratore di Panzeri. L'uomo avrebbe parlato delle Ong come strumenti “che servivano a fare soldi”. La frase sarebbe comparsa nel mandato d'arresto. In ogni caso, appare sempre più chiaro che nel mirino degli inquirenti c'è il settore dei diritti umani.
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Intanto ieri c'è stata un'altra giornata di perquisizioni e sigilli negli uffici di Strasburgo. Perquisizioni che hanno riguardato soprattutto assistenti e collaboratori parlamentari, nessuno dei quali risulta tra gli indagati. Già ieri infatti i loro uffici sono tornati a funzionare regolarmente. Fonti autorevoli hanno riferito al Fatto di acquisizioni anche nell’ufficio del lettone Eldar Mamedov, consulente politico del gruppo dei Socialisti e Democratici a Strasburgo, e di Carlo Bittarelli, già collaboratore di Panzeri e attuale consigliere politico della Sottocommissione ai Diritti umani. Entrambi non sono indagati. Sospeso dal gruppo S&D, invece, Marc Tarabella, l’eurodeputato italo-belga che venerdì aveva subito la perquisizione del proprio ufficio, alla presenza della presidente Roberta Metsola. Tarabella comunque non risulta indagato e gode dell’immunità parlamentare, che viene persa solo in caso di flagranza di reato.
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