Qatar-gate, spunta il nome di Zoggia, fedelissimo di Bersani
L'inchiesta Qatar-gate che sta sconvolgendo Bruxelles, cuore dell'Unione europea, rischia di allargarsi e coinvolgere altri politici di spicco. Dopo l'arresto di Eva Kaili, vicepresidente greca dell'Europarlamento arrestata perché colta "in flagrante" con 600mila euro in contanti nascosti dentro sacchi in casa sua frutto, secondo gli inquirenti belgi, di corruzione da parte del Qatar, ci sarebbero altri tre europarlamentari coinvolti che però si sarebbero avvalsi dell'immunità.
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In Italia intanto è rimbalzato il nome di Antonio Panzeri, ex europarlamentare del Pd (poi confluito in Articolo 1) molto attivo a Bruxelles anche dopo la fine dei suoi mandati. Panzeri è stato fermato nell'ambito dell'inchiesta sulla Ong che ha fondato, Fight Impunity, e che si occupa di difesa dei diritti umani. Anche in questo caso il sospetto dei magistrati è che dietro l'attività benemerita si nascondesse in realtà una forte attività di lobbying a favore di Qatar e Marocco. E proprio il ruolo del nostro contingente tra Strasburgo e Bruxelles è al centro dell'indagine chiamata, forse non a caso, Mani Pulite: il Corriere della Sera riferisca come le toghe parlino di una vera e propria "Italian Connection" dentro il Qatar-gate. Sono tutti italiani i collaboratori e assistenti ai cui uffici sono stati messi i sigilli, "un lungo corridoio al gruppo S&D - ma non solo - con una sfilza di stanze incerottate e chiuse a chiave". E ci sarebbe, scrive sempre il Corriere, anche un altro nome: quello di Davide Zoggia.
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Membro di spicco del Pd negli ultimi 15 anni, ex deputato italiano, fedelissimo di Pierluigi Bersani (tanto da venire inserito nel "Tortello magico", la ristretta cerchia di fedelissimi dell'ex segretario), responsabile organizzativo del Pd durante la segreteria Epifani. "A lui hanno sequestrato il telefonino. Perché? Perché viveva a Bruxelles in una casa di proprietà di Giuseppe Meroni - sottolinea il Corsera -. Anzi, con lui ha condiviso fino a qualche settimana anche l'ufficio. Zoggia è nello staff di Pietro Bartolo ma anche - spesso gli assistenti sono condivisi - in quello del capogruppo Dem, Brando Benifei". Nessuno di questi europarlamentari è indagato, ma certo susciterà un po' di imbarazzo l'attacco violento proprio di Benifei intervistato dal Messaggero: "Bisogna irrobustire le difese democratiche. A cominciare da una stretta sulle cosiddette porte girevoli: basta con gli ex parlamentari che il giorno dopo si mettono a fare i lobbisti".
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