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Manovra, ombre Ue sulla Meloni: "Cosa rischia l'Italia"

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L'ombra dell'Unione europea sulla prima manovra del governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Dopo i convenevoli al G20 di Bali con la presidente Ursula Von der Leyen, la premier italiana dovrà fare i conti con le forche caudine di Bruxelles. Rappresentate dal commissario all'Economia Paolo Gentiloni, pure lui passato da Palazzo Chigi ma con la maglia del Pd. "Il bilancio è stato approvato stanotte. Lo esamineremo quando arriverà: immagino tra mercoledì e giovedì sarà inviato a Bruxelles - spiega -. Per noi è molto difficile seguire una prima impressione, dobbiamo vedere il bilancio, i testi e valutarli. Penso sia anche un dovere di trattamento uguale nei confronti di tutti i Paesi". Fin qui, parole di cautela addirittura "scolastiche", assolutamente formali. 

 

 



A inquietare Meloni (ma inquieterebbero chiunque fosse al suo posto, Mario Draghi compreso) è semmai un documento ufficiale della Commissione presieduta dalla Von der Leyen, pubblicato a Strasburgo poche ore fa e consegnato sia al Parlamento europeo sia al Consiglio. "Nel Ciclo precedente - si legge -, la Commissione ha condotto una revisione approfondita" della situazione economica dell’Italia (insieme, va detto, a Cipro, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia) e "ha concluso che l’Italia si trova ad affrontare squilibri macroeconomici eccessivi. Quest’anno, la Commissione ritiene opportuno esaminare la persistenza di questi squilibri o la loro riduzione, in quello che sarà un esame approfondito per l’Italia". L'esame approfondito, come detto, riguarderà altri 9 paesi membri dell'Ue.

 

 

 

 

La vera preoccupazione per Meloni e centrodestra è capire se la legge finanziaria appena annunciata aiuterà a superare i due punti critici evidenziati dalla Commissione Ue: "l’alto rapporto tra debito pubblico e Pil", "le debolezze del mercato del lavoro", e i "rischi del settore bancario", pur in miglioramento. Niente luna di miele europea, insomma. Ma nel governo pochi si facevano illusioni.

 

 

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