Benzina, tra poche ore scatta la trappola-Ue: ecco quali auto non possono più circolare
Ci risiamo: per la sinistra tutto quello che arriva da Bruxelles è buono e giusto. E chi lo mette in discussione un retrogrado. Questa volta il casus belli è il pacchetto Fit For 55, che punta a ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 e che andrà al voto al Parlamento Ue domani. Ma le misure non hanno fatto in tempo ad arrivare a Strasburgo che il Pd si è scagliato contro Lega e FdI, colpevoli di nutrire dei dubbi su quello che potrebbe rivelarsi un suicidio per gran parte dell'industria europea, a cominciare dall'auto. «Sfido Salvini e Meloni a schierare i loro parlamentari a favore dell'ambiente e del futuro. Il rischio può essere che la politica italiana si divida tra chi è a favore, come noi, della sostenibilità e chi vuole rimanere al carbone» dice il segretario Pd, Enrico Letta.
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Parole a cui ha replicato il capogruppo leghista a Strasburgo, Marco Campomenosi: «Il Fit for 55, in assenza di alternative a impatto zero disponibili per le imprese, è una follia che si tradurrebbe in un aumento di costi insostenibile per le aziende». Insomma, la tensione è alta. E questo sebbene il voto di domani sia solo un primo passaggio. Una volta approvato, il testo dovrà infatti superare il vaglio del Consiglio dei ministri Ue a fine giugno. Anche perché sono molti gli aspetti controversi. La proposta di tassare i beni importati da Paesi con regole ambientali più blande, infatti, preoccupa l'industria pesante del continente. Non a caso 300 amministratori delegati di altrettante imprese europee hanno indirizzato alle istituzioni Ue una lettera per esprimere le loro perplessità.
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«Le attuali proposte sul tavolo» si legge, avranno un «impatto negativo sulla competitività a fronte dei concorrenti internazionali che non hanno lo stesso livello di ambizione climatica». Nel frattempo, un gruppo trasversale di parlamentari europei, non solo italiani, ha presentato un emendamento per mitigare gli effetti delle misure europee sui produttori di auto, come Ferrari, Lamborghini, Dallara e Maserati. Secondo quanto prevede il pacchetto, infatti, questi costruttori sono esentati dal rispetto dei limiti sulle emissioni di Co2 fino al 2030. Dopodiché avranno tempo fino al 2035 per riconvertirsi ai motori elettrici. La proposta degli eurodeputati punta invece a estendere la deroga sulle emissioni fino al 2036.