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Giorgia Meloni, "perché Draghi non le chiede in cambio della lealtà italiana?": cosa non torna in Europa

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Il Consiglio europeo ha trovato l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni, prevedendo un “embargo progressivo” di 2/3 del petrolio russo, fatta però eccezione di quello via oleodotto che serve a soddisfare il fabbisogno dell’Europa centrale, e in particolare di paesi come Ungheria e Repubblica Ceca che per quasi un mese avevano causato lo slittamento delle misure. “Ho sempre detto che considero le sanzioni più efficace di cui la comunità internazionale dispone”, ha commentato Giorgia Meloni.

 

 

“Il punto - ha aggiunto - sono le compensazioni e su questo mi pare che il governo italiano sia ancora abbastanza latitante. È importante che come si distribuiscono le responsabilità si distribuiscano anche gli oneri. Come Fratelli d’Italia ci siamo schierati senza dubbi perché crediamo nella causa ucraina e perché ci rendiamo conto del fatto che il conflitto ucraino è la punta dell’iceberg di un conflitto molto più ampio, il cui obiettivo è la revisione degli assetti mondiali. Dobbiamo portare avanti delle misure che colpiscano i nostri avversari più di quanto colpiscono noi”.

 

 

Per questo motivo la Meloni definisce “fondamentali” le compensazioni: “Non capisco la ragione per la quale a fronte della lealtà italiana Mario Draghi continui a non porre, stante la sua nota autorevolezza, questo tema al Consiglio europeo e presso la comunità internazionale”. Nel frattempo il premier italiano ha fatto una stima del momento di “massimo impatto” delle sanzioni contro la Russia: “Sarà questa estate, nel senso che avranno il loro impatto massimo da quest’estate in poi”.

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