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Unione europea, "la guerra del grano". La missione militare a Odessa: un grosso rischio

Daniele Dell'Orco
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L'Unione Europea si prepara all'azione per combattere la guerra del grano. Con le preoccupazioni della comunità internazionale che aumentano giorno dopo giorno visto il rischio di una grave crisi alimentare globale, secondo il quotidiano spagnolo El Pais l'Ue starebbe pensando di scendere in campo in prima persona e di lanciare una missione navale per scortare il passaggio delle navi di grano da Odessa attraverso il Mar Nero, attualmente ancora presidiato dai sottomarini russi. La testata spagnola cita fonti europee in vista del vertice straordinario in programma domani a Bruxelles, con i leader che saranno chiamati a risolvere un vero e proprio grattacapo.

 

Al momento tutte le opzioni sono sul tavolo. Anche le più estreme come l'operazione navale per sbloccare il grano ucraino, con l'Ue che potrebbe essere coinvolta in uno scontro diretto con la Marina russa. Nei piani di Bruxelles, però, c'è anche l'obiettivo di allontanare la possibilità di un peggioramento dell'attuale crisi alimentare, che potrebbe tradursi in un «crimine contro l'umanità» soprattutto in quei Paesi i cui fabbisogni alimentari più elementari dipendono dalle esportazioni ucraine.
Per questo l'Unione Europea sarebbe pronta a mobilitare tutte le risorse possibili per la rimozione del grano accumulato nei silos e nei porti ucraini. Dalla Duma, il parlamento russo, sono già pronti allo scontro. Il presidente Vyacheslav Volodin ritiene che svuotare i silos di grano in Ucraina possa essere controproducente, in particolar modo per gli stessi ucraini: «Molte delle regioni ucraine non hanno svolto completamente il lavoro sui campi primaverili - ha detto - e questo può portare a scarsità alimentare». Putin però, nella telefonata con Scholz e Macron, si è detto pronto a discutere della crisi del grano.

 

 

 

La situazione nel porto del Mar Nero è tesissima, e il dossier è in cima alla pila sulle scrivanie tanto delle cancellerie europee quanto della Casa Bianca. Kiev punta il dito contro Mosca per aver bloccato le esportazioni di grano. «Globalmente siamo in grado di esportare nel mondo intero un volume di grano paragonabile a quello dell'anno scorso. Il problema, è che non riesce ad uscire dal paese», ha spiegato il ministro ucraino del Commercio estero, Taras Kachka, in un'intervista concessa al quotidiano francese Le Monde durante il vertice di Davos, al quale è intervenuto. Il responsabile del commercio ucraino, nel rispondere alla tesi del presidente della Duma, ha spiegato che l'80% dei terreni coltivabili del Paese è seminato e ci sarà una produzione di grano paragonabile a quella del 2021. Gli ostacoli però sono molti: a causa della guerra che dura ormai da 100 giorni, in Ucraina scarseggia il concime e il gasolio per le macchine agricole. Il ministro ha inoltre presentato dati economici allarmanti: il Pil dell'Ucraina dovrebbe essere più basso del 30-40% nel 2022. Una catastrofe economica a cui si aggiungono i danni alle infrastrutture provocati dal conflitto russo. Kachka ha precisato che, dall'inizio della guerra, sono state distrutte 24mila km di strade e 38 milioni di metri quadrati di abitazioni. «Le stimiamo in 100 miliardi di dollari (93 miliardi di euro) in valore contabile e in 600 miliardi di dollari come impatto negativo. Se mettiamo insieme tutte le perdite, arriviamo attorno ai mille miliardi di dollari». 

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