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George Soros ha scelto Draghi: "Lui il migliore". Come lo vuole usare, cosa rischia l'Italia

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George Soros sceglie Mario Draghi come destinatario della sua lunga missiva. L'imprenditore e filantropo ungherese ha deciso di rivolgersi al premier italiano, perché "è più coraggioso di Scholz sul gas russo" ed è un leader europeo "in grado di far avanzare" le posizioni e dotato "dell'iniziativa, dell'immaginazione, e della reputazione". Secondo Soros, "l'Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia".

 

 

Putin, a suo dire, starebbe ricattando l'Europa chiudendo i rubinetti e la conseguenza non poteva che essere "una carenza che ha fatto alzare i prezzi e gli ha fatto guadagnare un sacco di soldi". Questo però non ci deve far pensare che lo zar sia il vincitore: "La sua posizione contrattuale non è così forte come lui crede. Si ritiene che la capacità di storage russa sarà piena entro luglio. L'Europa è il suo solo mercato, se non fornisce all'Europa dovrà chiudere i pozzi in Siberia da cui viene il gas. Questo riguarderà circa 12.000 pozzi". Pozzi che sono difficili da chiudere perché richiedono tempo e altrettanto difficili da aprire in quanto l'età degli impianti è avanzata. 

 

 

"L'Europa - conclude Soros - dovrebbe adottare dei preparativi urgenti prima di usare il suo potere negoziale petche senza di questi il costo politico di uno stop improvviso sarebbe difficile da sopportare". Da qui l'idea di imporre una pesante tassa sulle importazioni del gas così che il prezzo al consumo non scenda ma l'Europa guadagnerebbe un'enorme quantità di denaro che potrebbe usare per aiutare quelli che ne hanno bisogno e investire in energia verde.

 

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