Gas, così la Ue sta boicottando l'Italia: il piano per annullare gli accordi, ecco cosa rischiamo
Incapace di stabilire un tetto al prezzo del gas, impantanata sull'embargo del petrolio e schizofrenica sul pagamento del metano in rubli, Bruxelles riesce comunque a dispensare consigli. E così, a Mezz' ora in più, il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha parlato della strategia europea per uscire dalla crisi energetica che rischia di far precipitare il continente in recessione. «Dobbiamo creare la nostra sovranità energetica» attraverso l'uso delle fonti «rinnovabili» ha dichiarato il politico olandese, riconoscendo che su questo fronte l'Italia ha «una potenzialità enorme».
Un punto sul quale il piano europeo varato la settimana scorsa concentra quasi tutte le risorse. Anche perché senza gas e petrolio la strada è obbligata, soprattutto se si vuole fare a meno di Putin. «Non bisogna ritornare più al sistema di prima, perché anche dopo la guerra ci sarà un problema di instabilità» con Mosca, sottolinea Timmermans, che non perde l'occasione per tirare frecciate agli «amici di Putin», scatenando la reazione della Lega: «Timmermans doveva evitare allusioni al nostro partito, si preoccupi dei disoccupati d'Europa», dichiara l'onorevole Lorenzo Fontana.
Insomma, la parola d'ordine è rendersi indipendenti dalla Russia. Un obiettivo che, però, almeno nel breve periodo sembra fuori portata. E questo nonostante l'ottimismo di Timmermans. Per il vicepresidente della Commissione, infatti, RePowerEu è il perno sul quale costruire la «sovranità energetica» europea. I pilastri sono tre: diversificazione dei fornitori, maggiore produzione da fonti rinnovabili e risparmi energetici. Tutte soluzioni che, se non rimarranno sulla carta, potranno tornare utili tra qualche anno, non certo nell'immediato.
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I 300 MILIARDI DI REPOWER - E poi c'è il tema delle risorse. I 300 miliardi di euro del RePowerEu sono presi da altre poste del bilancio dell'Ue. Di conseguenza, per implementare i progetti previsti dal piano energetico verranno definanziati altri programmi comunitari. Nello specifico, 225 miliardi arriveranno dalla parte a prestito del Recovery Fund. Somme che andranno in primis ai Paesi che non ne hanno fatto ancora richiesta nell'ambito del piano pandemico. Con l'Italia che, avendo già domandato tutta la quota che le spetta, rischia di ricevere poco o nulla. Altri 26,9 miliardi, invece, saranno prelevati dal Fondo di coesione e altri 7,5 dagli stanziamenti per la Politica agricola comune. Infine, 20 miliardi arriveranno dal sistema dello scambio delle quote di emissione.
La scommessa è che la cifra di 300 miliardi possa raddoppiare grazie agli investimenti privati. Si vedrà.
D'altra parte, vista l'impasse europea, non stupisce che il governo italiano si sia già mosso in autonomia per garantire la sicurezza energetica del Paese, tanto che lo scivolone di Timmermans («Dobbiamo trattare il prezoz del gas a livello europeo, non come Paesi singoli. Avremo prezzi più bassi se lo faremo insieme») è netto: se l'Italia avesse aspettato l'Ue per smarcarsi dalla Russia, i guai sarebbero ben peggiori. Il piano di Palazzo Chigi prevede di rimpiazzare i 29 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno importiamo da Mosca entro l'estate del 2024. Per riuscirci, sarà necessario aumentare le forniture da altri Paesi, in modo da avere a disposizione 25 miliardi di metri cubi di metano. La prima tessera del piano è rappresentata da un aumento dei flussi via gasdotto da Sud e da un aumento della produzione nazionale.
LE ROTTE - Da queste rotte si stima che potranno arrivare 2 miliardi di metri cubi aggiuntivi già quest' anno, fino a 11,9 nel 2025. Gas che verrà in gran parte dall'Algeria con cui Eni ha siglato un accordo ad aprile per ottenere 9 miliardi di metri cubi da qui al 2024. Altri 1,5 miliardi saranno assicurati dal Tap, il gasdotto che attraversa l'Adriatico. Alle maggiori importazioni si aggiungeranno 1,4 miliardi di metri cubi dai giacimenti nazionali (in particolare Argo e Cassiopea). Poi c'è la serie di accordi per acquistare il gas liquefatto. Da questo fronte il governo prevede 1,5 miliardi di metri cubi già quest' anno, che saliranno a 12,7 entro il 2025.