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"Razionamento dei combustibili", il piano dell'Europa: catastrofe per l'Italia, cosa accadrà al Paese

Benedetta Vitetta
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Come ripetuto ieri anche dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, «se le forniture di gas non saranno interrotte nei prossimi sei mesi, avremo un inverno tranquillo. Se si dovessero interrompere prima, arrivare all'inverno con gli stoccaggi vuoti sarebbe un problema». E visto che l'ipotesi di improvviso taglio alle forniture non è così peregrino, ecco che la Ue ha già studiato le contromisure nel caso in cui lo zar decidesse di chiudere i rubinetti del gas da un giorno all'altro. Bruxelles sta studiando il razionamento dei combustibili, ossia la redistribuzione dei contraccolpi dovuti alla mancanza di gas su tutti gli Stati membri.

 

 

Per capirci si tratta di un piano di risparmio energetico e di "solidarietà" che dovrebbe essere approvato il prossimo 18 maggio e che il quotidiano spagnolo El Pais è riuscito ad anticipare. Il piano prevede che gli Stati membri che possono contare su fonti d'approvvigionamento alternative le condividano con i Paesi più colpiti dallo stop alle forniture. In più nel programma della Commissione Ue, si prevede pure un razionamento energetico che partirebbe dal settore industriale e che dovrebbe essere applicato in maniera che che le imprese di un Paese a pieno regime non abbiano un vantaggio competitivo rispetto a quelle dei Paesi colpiti dalle decisioni di Mosca.

 

 

E per cercare di evitare il razionamento, diversi Paesi europei hanno già iniziato ad adottare misure di contenimento dei consumi, che vanno dalla spinta ai trasporti pubblici all'abbassamento del termostato negli edifici, nei servizi pubblici o nelle piscine.
Ma visto che il rischio di un'emergenza energetica diventa sempre più concreto, Bruxelles userà la normativa sulla sicurezza dell'approvvigionamento, in vigore dal 2017, per imporre misure che garantiscano forniture di gas sufficiente ai clienti protetti (famiglie e servizi sociali essenziali) in tutti i Paesi e che mitighino le condizioni economiche e sociali.
Quindi gli Stati che dovessero trovarsi ad affrontare criticità possono invocare la clausola di solidarietà che obbliga i Paesi vicini ad aiutarli. Insomma se l'Italia riempisse gli stoccaggi più di Germania o Francia non avrebbe vantaggi visto che, con la clausola solidale, dovrebbe girare il gas a chi è più in crisi.
 

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