Ucraina, Josep Borrell: "Filtrare le notizie". L'Europa è già in guerra: una Unione modello Putin
L'Europa affila le armi contro chi fa propaganda al Cremlino (e magari non si allinea alle direttive comunitarie). «Dobbiamo proteggere le nostre democrazie dall'interferenza straniera e dai tentativi di manipolazione», ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo ieri; «proporrò un nuovo regime orizzontale che ci consentirà di sanzionare gli attori maligni della disinformazione. Ciò farà parte di una più ampia "toolbox" che rafforzerà la nostra capacità di deterrenza e di agire».
Borrell ha rivelato che la task force europea contro la disinformazione ha identificato «centinaia di casi di disinformazione» proveniente dalla propaganda russa, «in paesi come Germania, Ucraina, Italia, Spagna che riguarda una varietà di temi come elezioni, vaccini, Brexit o movimenti secessionisti in alcuni Stati membri Ue», casi che si possono trovarte sul sito "Eu versus disinformation", ha detto Borrell intervenendo nel dibattito alla plenaria del Parlamento europeo sull'ingerenza straniera nei processi democratici nell'Ue. «Stiamo aumentando la nostra collaborazione con la Nato e il G7 per capire come il Cremlino sta destabilizzando e manipola l'informazione indebolendo l'Ucraina e l'Occidente. Abbiamo messo in piedi un sistema di allerta. Diffondete questo sito web, per favore», ha aggiunto. L'erede della Mogherini è tornato anhe sul bando ai media russi Russia Today e Sputnik: «non sono innocenti», testate che hanno una loro visione della realtà, ma sono «armi nell'ecosistema di manipolazione del Cremlino», che «bombardano le menti e gli spiriti». E l'informazione «è il combustibile della democrazia. Se l'informazione è di cattiva qualità, anche la democrazia è di cattiva qualità».
Ma chi stabilisce i criteri della verità? «Noi non siamo il ministero della verità», continua il socialista spagnolo, «non decidiamo che cosa è vero e cosa è falso», ma Rt e Sputnik alterano «sistematicamente» la realtà dei fatti e sono «parti integranti dell'aggressione all'Ucraina», raccontando «menzogne» sulla guerra, accusando continuamente Kiev di «bombardare i propri cittadini» per poter dare la colpa a Mosca. L'informazione «è il combustibile della democrazia» perché è sulla base delle informazioni di cui dispongono che i cittadini «decidono il loro voto». L'informazione «è un bene protetto: se vai a comprare la carne in un supermercato», ci sono delle leggi che garantiscono che il prodotto sia sicuro e non nocivo. Lo stesso deve valere per l'informazione: «Sputnik è stato creato con un decreto presidenziale russo», ricorda Borrell. E Russia Today, per stessa ammissione del suo direttore, è «in grado di fare una guerra informativa contro l'Occidente». Rt.France però non si arrende: ieri ha presentato un ricorso presso la Corte di giustizia Ue contro la sospensione delle trasmissioni.