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Ucraina, così l'Europa finanzia il massacro di Putin: 700 milioni di dollari al giorno, l'ombra sulle sanzioni

Ursula Von der Leyen

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Le sanzioni imposte dall'Occidente alla Russia di Vladimir Putin, come punizione per le ripetute aggressioni contro il popolo ucraino, non toccherebbero minimamente l'energia. Tra le misure adottate contro Mosca ci sono, per esempio, la sospensione di alcune banche dalla rete Swift e l’interruzione delle relazioni commerciali. Le misure sono rigide e indubbiamente avranno delle ripercussioni sull'economia russa, ma "non piegheranno realmente Putin finché non includeranno l’energia", scrive Luciano Capone sul Foglio.

 

 

 

Il giornalista sottolinea che per il momento si è consapevolmente deciso di escludere l'energia "per l’impatto negativo sull’economia globale e in particolare su quella europea che è strettamente dipendente dalle forniture russe di petrolio e soprattutto di gas". Ne aveva parlato anche Mario Draghi qualche giorno fa. Intervenendo al Senato aveva detto: "Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas, tuttavia è importante valutare ogni evenienza visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni. L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma, oltre il 40% proviene dalla Russia". A tal proposito, Capone scrive che la Russia continua a essere ricompensata per la merce preziosa che vende: "Ogni giorno, da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, Putin incassa 700 milioni di dollari dai paesi occidentali (300 milioni solo per il gas venduto all’Europa)". E fa poi un collegamento diretto con il conflitto in corso: "La guerra, provocando un aumento del prezzo dell’energia, riesce in un certo senso a finanziarsi da sola". 

 

 

 

Nell'articolo sul Foglio, poi, si sottolinea che fare a meno del gas russo non sarebbe indolore per l'Europa. Anche se qualche soluzione ci sarebbe: "Secondo un report di Algebris, l’Europa può rimpiazzare il 62 per cento del gas russo importando più gas liquefatto (Gnl), evitando lo stop del nucleare in Germania, aumentando le estrazioni, usando il petrolio per la produzione di elettricità". Il problema è rappresentato dai costi, che subirebbero un aumento non indifferente.

 

 

 

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