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Omicron, la rivelazione della sudafricana Coetzee: "Dall'Europa mi hanno detto di tacere"

 Coetzee

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Angelique Coetzee, scienziata sudafricana che ha scoperto per prima la variante Omicron, ha dichiarato al Daily telegraph di aver subìto pressioni da alcuni Paesi stranieri affinché dicesse pubblicamente che Omicron fosse "pericolosa" e che di conseguenza evitasse di dire che causava "principalmente una malattia lieve". La notizia è stata riportata sul sito di Nicola Porro che ricorda che all'epoca la Coetzze aveva detto: "La studio da un mese, dà sintomi lievi". Quasi nessuno però le aveva dato retta e il direttore generale dell’Oms arrivò a dire che "lo tsunami di casi" era tale da non poter "essere classificata come lieve".

 

 

"Se il Sudafrica era a conoscenza della minore pericolosità della mutazione, perché chiudere tutto? Non è che l’obiettivo era proprio quello di mantenere alta la tensione al fine di poter stringere le maglie del controllo sociale?", si chiede ora Porro. La scienziata sudafricana infatti ha detto: "Mi è stato chiesto di non dichiarare pubblicamente che si trattava di una malattia lieve. E di dire che eravamo di fronte a una malattia grave. Io ho rifiutato perché dal quadro clinico non vi erano indicazioni che si trattasse di una malattia molto grave. Il decorso è per lo più mite. Non sto dicendo che si ammalerà nessuno. Ma la definizione di malattia lieve da Covid-19 è chiara, ed è una definizione dell’Oms: i pazienti possono essere curati a casa e non hanno bisogno di ossigeno o di ricovero".

 

 

E visto che, a differenza della Delta, con Omicron meno persone finiscono in ospedale o in terapia intensiva, la Coetzee ha aggiunto che nonostante le pressioni "in particolare di Paesi Bassi e Regno Unito" non poteva mentire "perché non è quello che sto osservando". Quindi per tenerli buoni disse: "In Sud Africa questa è una malattia lieve, ma in Europa è molto grave. Era ciò che i politici Ue volevano sentire". 

 

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