Aerei costretti a volare anche se completamente vuoti: Covid, cosa c'è dietro la follia della Ue
Aerei vuoti che volano ugualmente. Accade nei cieli europei, dove le compagnie volano anche se a bordo i passeggeri sono pochissimi o, addirittura, non ci sono per niente. Il motivo? Gli "slot", ossia le finestre orarie dentro le quali sono autorizzate a organizzare i loro viaggi. Persi questi, gli aerei non potrebbero più volare. Alla base le regole europee. Queste ultime, a partire dal 1993, stabiliscono anche che ogni finestra deve essere occupata per almeno l'80 per cento dei voli programmati su ogni destinazione.
Una cifra che mette i bastoni tra le ruote alle società e che ha costretto l'Ue a rivedere le norme. Risultato? Gli slot devono essere occupati non più per l'80, ma per il 50 per cento. Anche questa percentuale è stata però modificata a luglio, quando l'Europa l'ha alzata al 64 per cento fino al 27 marzo 2022. Finito il periodo, l'Unione l'avrebbe riportata al vecchio 80 per cento. Se non fosse che la Commissaria europea ai Trasporti, Adina Vlean, ha fatto un nuovo passo in favore dei vettori prolungando il limite del 64 a fine ottobre.
Aerei, disdette a raffica e caos planetario: "Non ci sono più piloti", l'incubo del Covid
Prime polemiche sono arrivate dall'amministratore delegato di Lufthansa Carsten Spohr: "Tra gennaio e marzo 2022 - ha detto a Frankfurter Allgemeine Zeitung . - vorremmo tagliare 33 mila voli perché non vendiamo abbastanza biglietti; ma 18 mila li faremo viaggiare vuoti perché così ci impone l'Europa". Gli fa eco il vicepremier belga, l'ambientalista Georges Gilkinet, che ha bollato le regole Ue come un errore "economico, sociale e ambientale".
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