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Trattato Italia-Francia, che ne sarebbe del patto se ci fossero Salvini e Le Pen?

Giuliano Zulin
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«In tutti gli ambiti di cooperazione, l'Italia e la Francia si adopereranno per un'Europa forte, democratica, unita e sovrana». E ancora: «Le Parti si impegnano a sostenere una politica migratoria e d'asilo europea e politiche di integrazione basate sui princìpi di responsabilità e di solidarietà condivise tra gli Stati membri». Queste sono alcune parti del trattato Italia-Francia siglato ieri a Roma da Macron, Mattarella e Draghi. Si sono stretti le mani a tre, proprio per dimostrare che il patto è un percorso condiviso.

 

Parole d'amore reciproche sono uscite dalle bocche dei protagonisti di questa intesa. In tv è partitala gran cassa per celebrare l'unione di fatto fra due Paesi fondatori della Comunità europea. Immaginate però se quelle stesse frasi del trattato fossero state scritte dalla presidentessa Marine Le Pen, dal presidente della Repubblica Silvio Berlusconi e dal premier italiano Matteo Salvini (o Giorgia Meloni). Forse la Polizia avrebbe dovuto fare gli straordinari per fermare le proteste in piazza di centri sociali, sindacati e compagni vari contro i sovranisti.

 

Pensate: Le Pen e Salvini che fanno consigli dei ministri insieme- è previsto anche questo nel patto firmato ieri per decidere il blocco navale dei migranti o per sostenere a Bruxelles i muri chiesti dai Paesi dell'Est. Non sarebbe una decisione «democratica e sovrana»? La convivenza Italia-Francia è tutta da vedere. Siamo all'inizio. Però poi, se un domani, l'Europa diventasse veramente sovranista in virtù del trattato firmato ieri, nessuno rompa le scatole.

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