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Jens Weidmann, l'anti Draghi si dimette. Bundesbank, dopo la Merkel un altro terremoto tedesco

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"Motivi personali". Jens Weidmann si dimette dal ruolo di presidente della Bundesbank. Dopo dieci anni nel ruolo, Weidmann ha chiesto al capo dello Stato di accettare le sue dimissioni, come reso noto dalla stessa Banca centrale tedesca. Un addio inatteso e clamoroso, un'altra chiusura d'epoca per la Germania da poche settimane "orfana" di Angela Merkel. Proprio con la ex Cancelliera, Weidmann era entrato in rotta di collisione a causa del "bazooka" di Mario Draghi. La Bundesbank, preoccupata per l'eccesso di "europeismo" dell'allora presidente della Bce e più interessata alla tutela degli interessi tedeschi che alla tenuta dell'Eurozona, aveva contestato alla Merkel la sua subordinazione a Draghi. Non solo: Weidmann, considerato un "falco del rigore", era uno degli aspiranti alla poltrona del governatore italiano, sacrificato però dalla Cancelliera in nome di delicatissimi equilibri internazionale nel momento di maggior fragilità dell'Unione europea, squassata dalla crisi e dal vento della Brexit.

 

 

 

 

 


"Sono giunto alla conclusione che più di 10 anni sono un buon momento per iniziare un nuovo capitolo, per la Bundesbank e anche per me personalmente", spiega Weidmann nella lettera ai colleghi del Consiglio direttivo, non senza spunti polemici quando consiglia loro di non guardare unilateralmente ai rischi di deflazione, e di non perdere di vista i rischi potenziali dell'inflazione. Tra le eredità di Weidmann, infatti, la previsione che l'inflazione salirà fino al 5% alla fine dell'anno, per poi scendere dal prossimo anno. 

 

 

 

 

 

 

"L'ambiente in cui operiamo è cambiato in modo massiccio e i compiti della Bundesbank sono aumentati - si legge nella sua lettera d'addio -. La crisi finanziaria, la crisi del debito sovrano e più recentemente la pandemia hanno portato a decisioni nella politica e nella politica monetaria che avranno effetti duraturi. Per me è sempre stato importante che la voce chiara e orientata alla stabilità della Bundesbank rimanga fortemente ascoltabile. Con grande competenza, i dipartimenti hanno contribuito alle discussioni sulle giuste lezioni da trarre dalla crisi e sul quadro dell'unione monetaria. Sono stati adottati importanti cambiamenti normativi. La riorganizzazione della supervisione bancaria in Europa non solo ha portato a strutture di supervisione completamente nuove alla Bce, ma anche a un ruolo rafforzato della Bundesbank. Le nuove responsabilità della Bundesbank nell'area della stabilità finanziaria sottolineano anche il nostro ruolo centrale quando si tratta di un sistema finanziario funzionante". Quindi ammonisce: "Gli effetti collaterali e in particolare i rischi di stabilità finanziaria devono essere presi in maggiore considerazione. Un overshooting mirato del tasso d'inflazione è stato respinto". "In questo contesto, sarà cruciale non guardare unilateralmente ai rischi deflazionistici, ma nemmeno perdere di vista i potenziali pericoli inflazionistici. Una politica monetaria orientata alla stabilità sarà possibile a lungo termine solo se il quadro normativo dell'Unione monetaria continuerà a garantire l'unità d'azione e di responsabilità, la politica monetaria rispetterà il suo mandato ristretto e non si farà prendere dalla scia della politica fiscale o dei mercati finanziari. Questa resta la mia ferma convinzione personale, così come la grande importanza dell'indipendenza della politica monetaria". 


 

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