Matteo Salvini e "le tangenti russe". L'europarlamentare Guy Verhofstadt querelato, la via della "immunità"
C'è un giudice a Strasburgo, anzi giudici. Tra poche ore infatti il Parlamento europeo si esprimerà in plenaria per decidere se Guy Verhofstadt dovrà godere dell'immunità da europarlamentare o meno nella causa di diffamazione ai danni di Matteo Salvini. Il voto è atteso per lunedì prossimo, anche se il risultato dello scrutinio segreto verrà reso pubblico martedì. La vicenda è ricordata dal Tempo: l'europarlamentare belga di Renew Europe rischia il processo al Tribunale di Trento per diffamazione a causa di un post che ha pubblicato il 13 febbraio 2020 in cui esultava per il via libera del Parlamento italiano al processo contro il leader della Lega per il caso della nave Gregoretti.
Ora, beffa della politica e della storia, il voto sull'immunità pende sulla sua, di testa, anche se va detto che la commissione parlamentare giuridica dell'Europarlamento si è già espressa a suo favore lo scorso 13 luglio, sostenendo la necessità di garantire a Verhofstad l'immunità.
"Via libera a processare Salvini per sequestro di persona nel caso dei migranti soccorsi dalla nave Gregoretti. Brava Italia! Giustizia deve essere fatta. Speriamo che lo stesso avvenga per la sua massicica corruzione con tangenti petrolifere russe", aveva scritto su Twitter il polemico politico belga, non nuovo a sparate sull'Italia e soprattutto i sovranisti. Ovviamente, la parte incriminata è quella sulle "tangenti russe".
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Ed è per quello che Salvini aveva deciso di citarlo in giudizio: "Questo fenomeno ha vinto una bella querela". Quindi la domanda che sapeva tanto di premonizione. "Affronterà il tribunale, come ho deciso di fare io, o userà l'immunità?".