Attacco hacker, "perché il riscatto non va mai pagato". Sospetti sul Lazio e bomba dalla Ue: può finire malissimo
Jo De Muynck lavora per l’agenzia europea che si occupa della cybersicurezza. Intervistato da La Stampa, ha espresso la sua opinione sull’attacco hacker che ha colpito la Regione Lazio, costringendola a bloccare la campagna di vaccinazione per diversi giorni. Per il momento l’agenzia europea non è intervenuta direttamente, trattandosi di un caso nazionale: “Di solito ci occupiamo di attacchi su larga scala, che coinvolgono più Paesi. C’è stata qualche comunicazione, comunque, e siamo pronti a dare una mano”.
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Ma cosa bisogna fare quando arrivano le richieste di riscatto? Che tra l’altro stanno diventando sempre più mirate: “Consigliamo sempre di non farlo perché sono organizzazioni criminali e non c’è nessuna garanzia che pagando la situazione si risolva. E anche se si risolvesse, non è detto che non possa arrivare un nuovo attacco. Ma il consiglio più utile è di prepararsi ad eventualità del genere, ad esempio con un backup offline. Ci sono misure semplici da adottare per evitare che questi attacchi possano accadere”.
Altro tema caldo è quello che riguarda la provenienza dell’attacco che ha colpito la Regione Lazio: “Gli incidenti informatici, in generale - ha dichiarato De Muynck a La Stampa - provengono di frequente dalle stesse regioni, ma è molto difficile individuare esattamente da dove. Anche quando tutti i segnali potrebbero portare verso la Russia, dietro potrebbe esserci un altro Stato che ha interesse ad addossare la colpa alla Russia”.