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Janez Jansa, il "mini-Trump" a capo dell'Europa: si apre il semestre del premier sloveno, timori a Bruxelles

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A pochi passi dal confine italiano, a Trieste, confina un piccolo Paese che, nelle ultime settimane, sta continuando a far discutere i vertici dell'Unione europea. Si tratta della Slovenia, Stato in cui è tornato alla guida lo scarso marzo 2020 Janez Jansa, imponendo una svolta autoritaria al paese della penisola balcanica. Una deriva fatta di attacchi alla magistratura, ai giornalista, agli oppositori politici e una forte limitazione della libertà d'espressione in generale. Da oggi, la Slovenia di Jansa guiderà il semestre di presidenza dell'Ue. Sarà il suo governo quindi a organizzare l'agenda europea e decidere, di conseguenza, quali argomenti portare all'ordine del giorno. Jansa potrebbe, per esempio, ritardare le procedure aperte contro Polonia e Ungheria, in un momento in cui l'Ue sembrava disposta a contrastare le violazioni dello Stato di diritto. 

 

 

Militante comunista in gioventù, nella sua carriera politica Jansa è stato liberale, poi socialdemocratico, a tratti ambientalista e ora leader di una destra conservatrice e autoritaria. Questo il ritratto del premier sloveno che si trova su La Stampa, che riporta poi anche alcuni episodi di cui Jansa si è reso protagonista negli anni 80. Da attivista pacifista, fu arrestato e incarcerato per alcuni articoli contro l'esercito Jugoslavo. Fu ministro della Difesa durante la guerra d'indipendenza slovena. La sua carriera politica è da sempre stata segnata da estremismi, populismi e demagogia. Tanto da fargli conquistare la fama di "mini-Trump" e il soprannome di "Maresciallo Twitto", considerate i suoi numerosi cinguettii sul social prediletto dai politici.

Nel corso del suo primo mandato da premier, tra il 2004 e il 2008, Jansa ha visto la Slovenia sempre più abbracciare gli ideali dell'Ue, culminati con l'accettazione della moneta unica (l'Euro fu adottato nel 2007). Tornato al potere nel 2012, finì subito dopo un anno al centro di uno scandalo legato ad alcune tangenti per una commessa militare. Una vicenda che lo ha costretto a sei mesi di reclusione in carcere e una condanna a due anni per corruzione, poi annullata dalla Corte Costituzionale. 

 

 

Messo da parte lo scandalo, è riuscito poi a vincere le elezioni nel 2018 con il suo Partito democratico sloveno (Sds), ma non è riuscito a tornare al governo. Per quel passaggio ha dovuto attendere il marzo del 2020 quando, in piena pandemia, ha colto al balzo le dimissioni del suo predecessore Marijan Sarec, che era indietreggiato, convinto di poter andare alle elezioni anticipate. Il contesto pandemico ha consentito a Jansa di tornare e restare al potere, sfangando a ben due voti di sfiducia e alle manifestazioni di piazza che chiedevano le sue dimissioni. Oggi, Ursula von der Leyen è attesa a Lubiana per discutere il Recovery da 1,8 miliardi, alcuni eurodeputati hanno già chiesto il blocco dei fondi per via delle violazioni dello Stato di diritto. 

 

 

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