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Donald Trump rilancia il Columbus Day: schiaffo alla sinistra

Il presidente rilancia il Columbus Day come festa federale. Era stata sostituita in nome della cultura woke: le statue del navigatore abbattute dal movimento Black Lives Matter
lunedì 28 aprile 2025

3' di lettura

L'eterna lotta tra Donald Trump e la cultura woke passa ora dal Columbus Day. Il presidente americano vuole la reintroduzione della festa nazionale americana letteralmente "abbattuta", proprio come le statue del navigatore genovese, dall'ideologia di ultra-sinistra e dalla cancel culture. E chissà che non possa essere questo il primo dei "nuovi siluri" annunciati dai media americani in occasione dei primi 100 giorni del secondo mandato del tycoon.

Forse anche ispirato dal recente viaggio a Roma, il capo della Casa Bianca ha dichiarato che intende appunto ripristinare il Columbus Day come festività federale, incolpando i democratici per averlo voluto "distruggere". Dallo scorso anno il Columbus Day è stato sostituito dal più politicamente corretto Indigenous Peoples Day in oltre 200 città (le più importanti Los Angeles e Seattle) e in diversi stati come il Maine, il Vermont, il New Mexico Washington DC, sempre il secondo lunedì di ottobre. Tre Stati, New York, Rhode Island e Nebraska, riconoscono entrambe invece le festività.

Nell'ottobre 2024, una ricerca condotta da Axios ha scoperto che oltre la metà degli Stati Usa non riconosce nessuno dei due giorni come festività nazionale. "Sto facendo risorgere il Columbus Day dalle sue ceneri. I Democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano così tanto", ha scritto Trump domenica su Truth. "Hanno abbattuto le sue statue e non hanno messo altro che 'woke', o peggio ancora, niente del tutto! Beh, sarete felici di sapere che Christopher (Cristoforo Colombo) farà un grande ritorno", ha detto. Trump ha aggiunto che avrebbe ripristinato la festività "con le stesse regole, date e luoghi di tutti i decenni precedenti!". 

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Pare destinato ad aprirsi però un nuovo contezioso, visto che i poteri presidenziali per istituire festività federali sono limitati, come l'emissione di un ordine esecutivo per una giornata di lutto nazionale, sottolinea la stessa Axios. Il Congresso è tenuto a istituire una festività federale utilizzando lo stesso processo utilizzato per approvare qualsiasi legge. Ogni ordine esecutivo presidenziale avrebbe validità una sola volta e dovrebbe essere rinnovato ogni anno successivo per restare attivo. Il senatore del New Mexico Martin Heinrich ha presentato un disegno di legge e diversi rappresentanti hanno fatto lo stesso alla Camera nell'autunno del 2023 per far diventare l'Indigenous Peoples Day una festività federale al posto del Columbus Day. Nessuno dei due progetti di legge è stato sottoposto a votazione in aula.

La Giornata dei popoli indigeni è partita negli anni '90 e da allora ha acquisito sempre più importanza, anche quando il presidente Joe Biden è diventato il primo presidente a riconoscere formalmente la festività con una proclamazione. L'amministrazione Biden ha continuato a celebrare il Columbus Day e ha pubblicato vari documenti sulla festività durante tutta la sua presidenza. Mentre Cristoforo Colombo è diventato una figura dibattuta negli Usa: molti si oppongono alla celebrazione di una giornata in onore dell'esploratore del XV secolo, dati i trascorsi di colonizzazione, tortura e genocidio dei popoli indigeni.

Le proteste contro Colombo e la festa a lui dedicata sono culminate nell'estate del 2020, quando diverse statue di Colombo sono state vandalizzate o danneggiate dal movimento Black Lives Matter. Secondo un rapporto della CBS News, nel settembre 2020 almeno 33 statue sono state rimosse o erano in procinto di essere rimosse. Ma ovviamente oltre a questo c'è il simbolo della scoperta che resta e il rapporto forte degli Stati Uniti d'America con quello che è ancora un punto di riferimento per la comunità italiana.

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