«Come tutti sanno, il periodo che ho trascorso nel governo ha comportato conseguenze», ha detto Elon Musk martedì sera in una conference call con investitori e analisti di Tesla. Nel pomeriggio erano stati i risultati trimestrali a rendere manifesto quanto Musk sia Tesla e Tesla sia Musk. Gli utili sono crollati del 71%: 409 milioni di dollari, rispetto agli 1,39 miliardi di utile netto del 2024. Il fatturato su base annua è sceso del 9%: 19,3 miliardi di dollari contro i 21,45 miliardi di dollari che si aspettava Wall Street. Le consegne dei veicoli sono calate del 13%: il peggior trimestre dell’azienda dal 2022, solo 336.681 veicoli consegnati nel primo trimestre. Le azioni hanno perso il 41% da inizio 2025: l’utile per azione è stato di 27 centesimi, ben al di sotto dei 43 centesimi che si aspettavano gli investitori. Chi ne ha una in garage cerca di venderla o di darla in permuta o c’incolla un adesivo con la scritta «L’ho comprata prima che Elon impazzisse» o «Anti Elon Tesla Club». E non solo per evitare di passare per simpatizzante del “supergenio” (cit. Donald Trump): il rischio è di ritrovarsela vandalizzata, imbrattata di vernice o con le gomme tagliate.
Quando va bene: le cronache di mezzo mondo si sono riempite di concessionarie e depositi colpiti da proiettili o da molotov. Venti giorni fa, a Roma è stato dato alle fiamme un concessionario: 16 veicoli distrutti e l’informatico Andrea Stroppa, considerato il principale referente di Musk in Italia, sotto scorta.
MINACCE
In America, a niente sono servite le minacce del presidente («Non vedo l’ora di vedere quei delinquenti terroristi malati ricevere condanne a 20 anni di carcere per quello che stanno facendo a Elon Musk e Tesla», ha scritto a metà marzo sui social) e nemmeno organizzare uno showroom di ultimi modelli davanti alla Casa Bianca. E inefficaci sono stati gli annunci del procuratore generale Pam Bondi: attaccare le Tesla «sarà considerato terrorismo interno».
Ma anche adesso - ora che Elon Musk ha dichiarato che a partire da maggio passerà molto meno tempo al Dipartimento per l’efficienza governativa per tornare a dedicarsi all’azienda - potrebbe essere troppo tardi. «Penso che il danno sia fatto»: ha dichiarato Ross Gerber, uno dei primi azionisti della multinazionale di veicoli elettrici, che da tempo chiedeva un cambio al vertice («O Elon torna e fa il Ceo, lasciando gli altri incarichi, o si concentra sul governo e continua a fare quello che sta facendo ma trovando un’altra guida», ha detto in un’intervista su Sky News il mese scorso). Gli investitori l’hanno presa meglio: a Wall Street il titolo è rimbalzato del +5,24% (+4,60% durante la seduta) nelle contrattazioni after-hours e al pre-mercato del 6,6%. L’azienda, intanto, ha messo le mani avanti: in una lettera agli azionisti, ha affermato che la rapida evoluzione della politica commerciale e «il cambiamento del sentimento politico potrebbero avere un impatto significativo sulla domanda dei nostri prodotti nel breve termine». E, in effetti, è bene ricordare, che la “colpa” dei risultati del trimestre non è solo del ruolo da boia di dipendenti pubblici e agenzie federali che il miliardario riveste. Tesla era già in difficoltà prima che Musk si vestisse da repubblicano, tra la crescente concorrenza da parte di case automobilistiche elettriche cinesi come BYD e ora l’incertezza causata dai dazi imposti da Trump.
IL BILANCIO
Soprattutto, quella di Musk non è una resa: «Continuerò a lavorare con il team del Doge per il resto del mandato del presidente e mi assicurerò che sprechi e frodi non si verifichino più», è stata la dichiarazione. Sul sito web del Dipartimento si legge che ha fatto risparmiare ai contribuenti statunitensi circa 160 miliardi di dollari. Musk ha praticamente completato il suo lavoro, motivo per cui visi dedicherà «un giorno o due a settimana. Finché il presidente Trump lo vorrà». E se alla Casa Bianca si lavora per la nuova età dell’oro, un «futuro felice» si prospetta a Tesla. Il Ceo, che è abituato ad affrontare «crisi e esperienze di pre-morte», prevede di far arrivare sul mercato il nuovo veicolo più economico, la Model Q, e di commercializzare i Cybercab, i taxi a guida completamente autonoma che dovrebbero essere sulle strade statunitensi a partire da giugno. Altro progetto del 2025, e che potrebbe valere 10 trilioni di dollari di ricavi a lungo termine, Musk dixit, è il robot Optimus Gen 2: la società dovrebbe iniziare a lavorare su diverse migliaia di umanoidi, dei bipedi progettati per svolgere compiti domestici attraverso l’intelligenza artificiale. Che queste trimestrali siano il peggio che può capitare a Tesla o che l’azienda non abbia ancora toccato il fondo, vale la pena ricordare che il fallimento dell’azienda di Musk è stato previsto tante volte quanto quelle della sconfitta di Trump.