E' attesa per oggi la risposta dell’Ucraina a una proposta di pace americana per la fine della guerra con la Russia. Secondo quanto riferito da Axios, il piano sarebbe stato presentato la scorsa settimana a Parigi come l’"offerta finale" della Casa Bianca. Si tratta di un documento di una sola pagina che delinea una possibile via d’uscita dal conflitto. In particolare, sono previste delle concessioni che però il governo di Volodymyr Zelensky finora non ha mai preso in considerazione.
Entrando nel dettaglio della proposta statunitense, come riferito da fonti vicine ai protagonisti dei colloqui, è previsto che gli Stati Uniti riconoscano ufficialmente la Crimea come parte della Russia, accettando implicitamente il controllo di Mosca su diverse aree del Donbass e altri territori occupati dopo l’invasione del 2022, inclusi Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Inoltre, verrebbero revocate tutte le sanzioni imposte dal 2014. In cambio, a Kiev verrebbe garantita la possibilità di un futuro ingresso nell’Unione Europea, ma non nella Nato.
L'Ucraina, però, non avrebbe gradito il documento. Anzi, secondo una fonte vicina al governo, lo avrebbe percepito come "estremamente sbilanciato a favore della Russia". Per Kiev, il testo da una parte definisce con chiarezza i vantaggi per Mosca, mentre dall'altra resta sul vago sulle eventuali ricompense per l’Ucraina. Se è vero che al centro del piano c'è la previsione di una "robusta garanzia di sicurezza" da attuarsi attraverso un gruppo ad hoc di Paesi europei ed extraeuropei, è anche vero non ci sono dettagli su come concretizzare quest'idea. Tra l'altro, non sarebbe prevista alcuna partecipazione diretta degli Stati Uniti.
A favore dell’Ucraina ci sarebbero la restituzione di una piccola porzione della regione di Kharkiv, che al momento è sotto occupazione russa, e la garanzia di un passaggio sicuro lungo il fiume Dnipro, che oggi rappresenta la linea del fronte. Prevista, poi, anche la possibilità di aiuti economici per la ricostruzione, anche se non viene specificato chi dovrebbe finanziarli. Per quanto riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, resterebbe formalmente sotto sovranità ucraina, ma sarebbe gestita dagli Stati Uniti, con l’energia prodotta destinata sia a Kiev che a Mosca.
Nel piano si farebbe riferimento anche a un accordo tra Usa e Ucraina per l’estrazione di minerali strategici, le cosiddette terre rare. Le pressioni sul leader ucraino sono molto forti. Lo dimostra il fatto che il documento americano si chiude con un monito implicito: gli Stati Uniti sono pronti a "chiudere il dossier" se le parti non si accordano in tempi brevi.