Israele piange la scomparsa di papa Francesco. Il capo dello Stato ebraico, Isaac Herzog, è stato tra i primi a inviare un messaggio di condoglianze per il trapasso di papa Bergoglio, Non è vero, la diplomazia israeliana si è astenuta, anzi ha addirittura cancellato alcuni messaggi di cordoglio per la morte del pontefice romano. È una storia tipicamente mediorientale quella che circola in rete in queste ore e che tradisce una volta ancora vuoi le spaccature della società israeliana vuoi il protagonismo esasperato di una classe politica in cui tutti, dal primo ministro fino all’ultimo peone della Knesset, giocano a mettere in risalto il proprio ruolo e il proprio peso politico. Una smania di protagonismo esasperata da un sistema elettorale proporzionale che esalta le divisioni a spese della compattezza del governo e delle istituzioni.
«Invio le mie più sentite condoglianze al mondo cristiano e in particolare alle comunità cristiane in Israele per la perdita del loro grande padre spirituale». Così due giorni fa il presidente Herzog aveva commentato sui social la scomparsa di papa Bergoglio, definito un «uomo di profonda fede e sconfinata compassione che ha dedicato la sua vita a sollevare i poveri e a invocare la pace in un mondo travagliato. Un leader», ha proseguito Herzog, «che giustamente, ha attribuito grande importanza al rafforzamento dei legami con il mondo ebraico e alla promozione del dialogo interreligioso come via verso una maggiore comprensione e rispetto reciproco».
Papa Francesco, la reazione di Hamas sconvolge il mondo
Il Medio Oriente - e non solo - si stringe attorno al Pontefice. Papa Francesco "era uno dei più importanti ...Parole sincere pronunciate da un uomo di stato che, intervistato nel luglio del 2023 dall’Osservatore Romano, dichiarava di essere «il più grande fan» di Bergoglio in Israele. «E ora è veramente un mio grande desiderio poter incontrare Papa Francesco». Attenzione poi a non scambiare le dichiarazioni di Herzog con propaganda a buon mercato: “figlio d’arte”, suo padre Chaim è stato il sesto presidente d’Israele, Isaac Herzog è anche nipote di Yitzhak HaLevi Herzog, già rabbino capo d’Irlanda e poi, nel 1937, di Palestina. Il conflitto israelo-palestinese scoppiato il 7 ottobre 2023, il giorno del peggiore massacro di civili ebrei dalla Seconda guerra mondiale, ha però raffreddato i rapporti sull’asse Roma-Gerusalemme con Papa Francesco che ha più e più volte criticato Israele anche discutendo al telefono con lo stesso Herzog. Dopo aver per esempio ammonito lo stato ebraico «a non rispondere al terrore con il terrore» oppure dopo aver lanciato appelli a indagare se Israele stesse commettendo un genocidio di palestinesi.
E quando una serie di rabbini e pensatori ebrei lo invitarono a condannare Hamas, Papa Bergoglio rispose, tre mesi dopo, dicendosi «addolorato nel vedere ciò che sta accadendo in Terra Santa, a causa del potere di tanta divisione e di tanto odio». Senza cioè condannare o menzionare Hamas. Forse è per questo motivo che, rispetto a Herzog, altri rappresentanti israeliani hanno speso meno parole di encomio per il pontefice scomparso. Il Jerusalem Post ricorda che se per il capo dello stato, «la sua memoria ispirerà atti di gentilezza e speranza per l'umanità», il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sulla scomparsa del papa. Una scelta criticata dall’ex ambasciatore israeliano presso la Santa Sede Raphael Schutz. «Ritengo che la decisione sia errata. Non dovremmo tenere il conto in questo modo dopo la morte di una persona». Le parole di Bergoglio su Israele, ha spiegato Schutz, andavano criticate a tempo debito tramite gli strumenti della diplomazia. «Tuttavia, non stiamo parlando solo di un capo di Stato, ma anche di un leader spirituale per oltre un miliardo di persone, quasi il 20% dell'umanità. Non credo che il silenzio trasmetta il messaggio corretto».
Peggio del silenzio c’è poi la retromarcia. Il Ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato dei messaggi sui propri account social scrivendo: «Riposa in pace, Papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione». Ma i post sono poi stati cancellati, suscitando perplessità e imbarazzo. Così mentre l’ebraismo del mondo ha pianto un papa che ha molto condannato l’antisemitismo, su tutti Ronald Lauder, il presidente del World Jewish Congress (WJC) e con lui lo European Jewish Congress (EJC) hanno riconosciuto in Bergoglio un sostenitore del rispetto reciproco e del dialogo interreligioso, i soliti antisionisti hanno approfittato per alzare un polverone. A cominciare dai parlamentari M5S secondo cui «il silenzio di Netanyahu dopo la morte del Papa è una vergogna che dice tutto di cosa sia diventato il suo governo: un’organizzazione malvagia e criminale che non sa più distinguere il bene dal male».