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La furbata di Macron: si vota entro l'autunno

di Mauro Zanon mercoledì 23 aprile 2025

2' di lettura

A circa due mesi dalla fatidica data in cui, in base all’articolo 12 della Costituzione, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, avrà nuovamente il diritto di sciogliere l’Assemblea nazionale, nei corridoi del potere parigino torna a circolare con insistenza la parola dissolution. «Il ritorno dello spettro dello scioglimento», ha scritto lunedì France Culture, riportando che la dissolution potrebbe coincidere con l’esame in autunno della futura legge di bilancio, che si preannuncia tanto difficile e intricato quanto quello del 2024, che ha portato alla caduta del governo di Michel Barnier. Perché non sarà facile trovare i quaranta miliardi di euro necessari a far quadrare i conti, il rischio di una nuova mozione di censura è elevatissimo e sia il Rassemblement national di Marine Le Pen, la destra sovranista, sia la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, la sinistra radicale, hanno già minacciato apertamente di essere pronti a sfiduciare l’attuale premier, François Bayrou.

NUOVA CENTRALITÀ Ma Macron, secondo un fedelissimo sentito da Politico Europe, è convinto che «da qui al prossimo autunno», in ragione dell’instabilità internazionale e della sua nuova centralità fuori dai confini francesi, «sarà in grado di riconquistare una maggioranza». E pensana dell’entourage sentita da Bloomberg, che avrebbe manifestato la sua contrarietà direttamente a Macron. Meglio galleggiare fino alla fine, dunque, perché una mossa di questo tipo potrebbe minacciare la relativa stabilità di cui gode la Francia da dicembre, quando Macron ha nominato il suo alleato centrista, Francois Bayrou, leader del MoDem, come primo ministro. E potrebbe ripetersi lo stesso scenario post legislative del 2024: mesi di caos politico e un’Assemblea senza alcun gruppo con una maggioranza.

NUOVO SLANCIO Nuove elezioni legislative potrebbero inoltre dare uno slancio alla destra lepenista, che alla Camera bassa del Parlamento ha il contingente più numeroso, e con ogni probabilità consegnarle le chiavi del governo. Lo scorso 9 giugno, Gabriel Attal, fu uno degli ultimi a venire a conoscenza del piano di Macron, nonostante all’epoca fosse primo ministro: lo venne a scoprire in maniera indiretta, quando Alexis Kohler, allora segretario generale dell’Eliseo, chiamò Emmanuel Moulin, capo di gabinetto di Attal, per dirgli che il presidente avrebbe annunciato lo scioglimento dell’Assemblea nazionale la sera stessa. Moulin, oggi, ha preso il posto di Kohler accanto a Macron e potrebbe presto essere il protagonista di una nuova «dissolution surprise».

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