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Hamas e la crudele sceneggiata del video dell'ostaggio

Gerusalemme pronta ai raid. I tagliagole filmano un ostaggio costretto a fare una finta telefonata ai parenti
di Amedeo Ardenza lunedì 21 aprile 2025

3' di lettura

Neppure un nuovo accordo fra gli Stati Uniti e l’Iran in merito al programma nucleare della Repubblica islamica metterebbe quest’ultima al riparo da un possibile attacco israeliano diretto proprio contro le sue infrastrutture nucleari. Lo hanno reso noto fonti dello stato ebraico nelle ore in cui gli emissari di Donald Trump e quelli della Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, concludevano il secondo round negoziale a Roma. Il piano israeliano includerebbe un mix di attacchi aerei e operazioni di commando per arretrare la capacità di Teheran di armare il suo programma nucleare.

Né con Biden né con Trump gli Stati Uniti hanno (ancora) permesso a Israele di attaccare l’ex Persia, neppure quando questa ha aggredito lo stato ebraico prima per il tramite di Hamas e di Hezbollah, poi due volte direttamente nel 2024, ma per Israele si tratterebbe di un contrasto solo apparente visto che sia Gerusalemme che Washington condividono un fine: impedire che il programma nucleare iraniano abbia finalità militari. E poi un attacco israeliano limitato non richiederebbe un grande supporto da parte degli Usa. L’annuncio colpisce più per la sua tempistica che per il suo contenuto: Israele ha sempre mantenuto la deterrenza nucleare nella regione, prima distruggendo il reattore iracheno di Osiraq nel 1981 poi quello siriano di Al Kibar nel 2007.

Al di là degli annunci, Israele segue molto da vicino il dialogo fra Usa e Iran mediato dall’Oman: ieri sera il ministro di Gerusalemme per gli Affari strategici Ron Dermer è stato visto a Roma nello stesso albergo dell’inviato speciale degli Usa, Steve Witkoff. Ieri, intanto, Hamas ha pubblicato l’ennesimo video di un ostaggio. La ruota dei cineasti di Hamas si è fermata su Elkana Bohbot, protagonista suo malgrado della propaganda del gruppo terrorista per la terza volta. In un momento di crudeltà creativa, gli aguzzini di Bohbot lo hanno filmato con un telefono in mano obbligandolo a simulare fra le lacrime una conversazione con tutti i membri della sua famiglia ai quali dice «mi mancate, ma vedete come mi tratta lo stato, come mi tratta il governo, continuate a protestare, a chiedere la fine della guerra»; e poi ancora: «Sono malato, ho paura per la mia salute, fatelo per me».

A inizio settimana Hamas aveva fatto circolare un video in cui l’ostaggio Rom Braslavski chiedeva aiuto, diceva di stare male e di passare tutto il tempo a grattarsi la pelle, colpito da qualche malattia o parassita. Due giorni dopo il gruppo respingeva la proposta israeliana per una tregua di 45 giorni in cambio della liberazione di 10 fra i 24 sequestrati ritenuti ancora in vita. Sempre in tema di ostaggi, Hamas ha confermato di aver perso i contatti con chi, all’interno del gruppo, era incaricato di sorvegliare il sequestrato israelo-americano Edan Alexander. Sabato sera il primo ministro Benjamin Netanyahu ha diffuso un messaggio televisivo registrato per affermare che «gli ostaggi saranno liberati senza che noi ci arrendiamo a Hamas» e che sul no all’atomica iraniana «non arretrerò di un millimetro». Le forze armate hanno riferito sabato di aver colpito 150 obiettivi di Hamas durante il fine settimana al fine di smantellare l'infrastruttura terroristica del gruppo sia sopra che sottoterra nella Striscia di Gaza. Nel quartiere Shaboura di Rafah, le forze della Brigata Givati hanno distrutto un tunnel pieno di trappole lungo alcune centinaia di metri.

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