Hamas, Hezbollah e Huthi: i terroristi del Medioriente allevati dall'Iran

Il regime di Teheran recluta alla sua causa un numero non elevato ma accuratamente scelto di persone. E sa parlare a tutti
di Giovanni Longonisabato 19 aprile 2025
Hamas, Hezbollah e Huthi: i terroristi del Medioriente allevati dall'Iran
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Presa di ostaggi come forma di ricatto nei confronti dei nemici. Sfruttamento del traffico di stupefacenti per finanziare le attività terroristiche. Messa a profitto della diaspora mediorientale in tutto il mondo. Capacità di attirare alla propria causa un numero non elevato ma scelto con estrema cura di persone, seducendole di volta in volta con un messaggio cangiante e spesso contraddittorio. Ma efficacissimo. E' il riassunto delle competenze proprie dei gruppi terroristici contemporanei, soprattutto quelli di matrice religiosa islamica come ha raccontato in un incontro ospitato nei giorni scorsi dall’ambasciata d’Israele a Roma, Emanuele Ottolenghi, Senior advisor per 240 Analytics.

C’è poi da aggiungere il fatto che questi gruppi armati, in particolare Hezbollah, gli Huthi e Hamas, sono stati in grado di creare una struttura militare all’altezza di quella delle maggiori potenze del Medioriente (si pensi ai successi degli Huthi contro Arabia Saudita ed EAU). Da dove viene questa capacità straordinaria? Dall’abilità dei dirigenti di quei gruppi, senza dubbio. Ma non va dimenticato un altro elemento: tutte le milizie citate sono alleate di uno Stato, l’Iran, Paese che a sua volta mette in pratica tutti i precetti citati sopra. Partendo dall’ultimo e risalendo al primo: Teheran ha un esercito molto diverso da quelli dei vicini, creati imitando modelli europei o americani. Le forze armate della Repubblica islamica sono una via di mezzo fra un esercito regolare e una forza pensata per la guerra asimmetrica. Il loro fulcro sono i Pasdaran, che assomigliano ai guerriglieri Hezbollah o addirittura ai terroristi di Daesh.

I Pasdaran ricordano anche i guerriglieri di Che Guevara. E qui si passa al secondo punto. Il regime degli ayatollah recluta alla sua causa un numero non elevato ma accuratamente scelto di persone. E sa parlare a tutti. Non solo, cosa che fa Hezbollah, si rivolge alle comunità sciite sparse per il mondo, ma sa convertire persino il religioso non islamico alla causa del Jihad, l’antisemita-antisionista a quella della Palestina, l’estremista di sinistra al terzomondismo. Ma anche l’estremista di destra avrà di che essere sedotto, con le stesse cose citate e in più l’esoterismo sciita. Non solo, e questo è il terzo punto: Teheran stessa sostiene e sfrutta il narcotraffico mondiale, alla faccia del divieto della Sharia sul consumo di droghe. Non si tratta di un cumulo di contraddizioni? Per quanto riguarda gli stupefacenti sì, ma il narcotraffico è strumentale a una causa giusta. Quanto al presunto miscuglio ideologico menzionato, si tratta semplicemente del contenuto della riflessione di Ruhollah Khomeini. La prima Guida Suprema, durante l’esilio parigino, elaborò come noto una sintesi del pensiero rivoluzionario leninista e dell’islam. È una minoranza scelta che guida il popolo alla rivoluzione islamica. Un’idea leninista ma anche cara alla destra estrema e che è alla base della popolarità del messaggio rivoluzionario della Repubblica iraniana che attrae non solo sciiti ma pure i sunniti di Hamas (e la Fratellanza islamica in generale), i pro-pal di sinistra ma anche i classici antisemiti nazistoidi.

Il legame fra l’Iran e i suoi alleati terroristi è profondo ed è preoccupante che un governo di un grande Paese europeo come la Francia condanni Teheran perché prende ostaggi per ricattare Parigi e non veda il nesso fra questa pratica e quella di Hamas contro Israele. E si appresti a riconoscere lo Stato di Palestina quando gli orfani di Sinwar dettano ancora legge a Gaza.