Chi attacca Trump ignora che pechino fa concorrenza sleale

Varrebbe la pena porci una domanda semplice: come ha fatto la Cina a diventare egemone nella produzione e nella lavorazione delle terre rare?
di Gianluigi Paragonevenerdì 18 aprile 2025
Chi attacca Trump ignora che pechino fa concorrenza sleale
3' di lettura

Varrebbe la pena porci una domanda semplice: come ha fatto la Cina a diventare egemone nella produzione e nella lavorazione delle terre rare? Per rispondere è d’obbligo rendersi conto che il parco minerali che va sotto la denominazione di terre rare non è - a dispetto del nome - una piantina che spunta da terre remote e lontane; non è un fiore né è un ortaggio che la rarità del terreno regala. No, tali minerali indispensabili per fare girare l’industria ad alta densità tecnologica sono come tutti gli altri minerali nascosti nelle rocce e necessitano processi produttivi medio lunghi, dall’individuazione all’estrazione. Hanno un notevole impatto negativo sull’ambiente ed è persino- a oggi- impossibile riciclarli, quindi vanno interrati. Non basta: per estrarre tali risorse oggi richiestissisme si devono fare due cose che quando portate davanti agli occhi degli occidentali fanno sobbalzare dalla sedia. Già, perché per individuare le “terre rare” spesso si devono sbrigare pratiche piuttosto feudali, tipo liberare le zone da insediamenti urbani o da foreste, e poi procedere con esplosivi o materiali che aprano le vene minerarie.

Non basta. Per quanto sofisticati possano essere i macchinari e per quanto il progresso venga in aiuto, ci sarà sempre bisogno di un nutrito esercito di lavoratori che rischiano la vita in proporzioni inverse al guadagno. Insomma, per lavorare le terre rare non si può fare a meno di violentare l’ambiente e schiavizzare i lavoratori. A meno che non si garantiscano tutti i diritti e quindi si paghi tutto, non un centesimo in meno. Motivo per cui le miniere qui son chiuse e “di là” sono apertissime. Alla luce di quanto scritto: come ha fatto la Cina a diventare leader assoluto nella produzione (si parla del 75% sulla disponibilità emersa) e nella lavorazione (qui addirittura siamo al 90%) delle terre rare? Semplice, facendo quel che la Cina ha fatto da quando sotto la regia neoliberista di Bill Clinton è stata fatta entrare nel Wto: ha garantito il massimo del profitto col minimo rispetto dei diritti. Su ogni settore, dal manifatturiero all’industria hi-tech, passando per il green. Da quell’11 dicembre 2001 a oggi la Cina può in nome della globalizzazione produrre secondo gli stessi standard di dumping. Ed è per questo che Trump ha dovuto rovesciare il paradigma globalista, per liberare gli americani dalla slavina “Made in China”. Tant’è che il Dragone non ci ha messo molto spalleggiata da una certa finanza - a sputare fuoco: stop all’esportazione di alcuni metalli e magneti delle terre rare a favore degli Stati Uniti, le cui fabbriche (dall’industria automobilistica a quella della Difesa) dovranno attingere alle scorte e sperare che qualcosa accada.

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Questo è solo uno degli aspetti per cui la Casa Bianca deve imporre un riallineamento del mercato rispetto alla concorrenza sleale (meglio, slealissima) con Pechino. Non c’è giornata che tutti i media non si soffermino su quanto sia pazzo o incosciente Trump; ma altresì non c’è giornata che gli stessi media non mantengano il silenzio sullo sfruttamento dell’ambiente e sulla violazione dei diritti compiuti per garantire il pil cinese: produrre a basso costo, estrarre minerali a più non posso e a espandersi senza contrasti. Qualcuno fa vedere cosa accade come si estrae nelle terre rare sotto il controllo cinese? E chi può garantire sulle fasi di produzione? Ovviamente la censura impedisce di accendere telecamere. Così come la forza del business non ci fa sapere che la Repubblica Democratica del Congo ha fatto causa alla Apple per l’uso dei minerali provenienti dalle zone dove sono in corso diversi conflitti e dove si registrano violenze di ogni tipo sulle condizioni di estrazione. Quant’è più facile e cool prendersela con quel pazzo del Trumpone, vero? In fondo non si rischia nulla.

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