Ucraina divisa come Berlino dopo la seconda guerra mondiale: questo potrebbe essere il destino del Paese di Volodymyr Zelensky dopo la fine del conflitto con la Russia. Ad avanzare l'ipotesi è stato il generale americano Keith Kellogg, inviato del presidente Donald Trump per Kiev, che in un'intervista al Times ha parlato della possibilità della divisione dell'Ucraina come accordo di pace, con le truppe dei Volenterosi britannici e francesi a fare da “forza di rassicurazione” nell’Ovest. Poco dopo, però, è arrivata la sua smentita su X.
Lo scenario dipinto da Kellogg ricorda molto quello che capitò alla Germania degli anni '40. La differenza, però, è che l’Ucraina, Paese aggredito, verrebbe trattato come un Paese aggressore, la Germania nazista del 1945. Le zone sarebbero tre: una a ovest protetta da una “forza di rassicurazione”, una a est con l’esercito russo nelle aree occupate, e una nel mezzo, un’area nord-orientale a est del fiume Dnipro che comprenderebbe Sumy, Kharkiv e la centrale nucleare di Zaporizhzia. In quest'ultima area verrebbe interposta una zona demilitarizzata di una trentina di chilometri lungo le attuali linee di controllo. In realtà poi, sempre nell'intervista, Kellogg ha fatto intendere che Trump non ha intenzione di inviare truppe di terra in Ucraina e nemmeno di concedere ai “Volenterosi” guidati da Regno Unito e Francia il deterrente militare e nucleare americano.
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Più di quattro ore di incontro quello tra il presidente russo Vladimir Putin e l'inviato americano Steve...In ogni caso, secondo il generale, l’Ucraina è un Paese abbastanza grande da poter ospitare diversi eserciti incaricati di far rispettare un cessate il fuoco: “Si potrebbe quasi farla sembrare come Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando c’era una zona russa, una zona francese, una zona britannica e una zona americana - ha spiegato al Times - il Dnipro è un ostacolo naturale importante". Sulla possibilità che Putin possa non accettare la proposta, Kellogg ha invocato una zona cuscinetto tra le linee ucraine e russe: “Si crea una zona demilitarizzata e si arretrano entrambi gli schieramenti di 15 chilometri. È abbastanza facile da controllare".
Nella notte ecco la smentita di Kellogg: "L'articolo del Times fraintende ciò che ho detto. Stavo parlando di una forza di resilienza, nell’ambito di uno scenario dopo il cessate il fuoco, a supporto della sovranità dell'Ucraina. Nelle discussioni sulla partizione, facevo riferimento a zone o aree di responsabilità per una forza alleata (senza truppe statunitensi). Non mi riferivo a una partizione dell'Ucraina”.
The Times article misrepresents what I said. I was speaking of a post-cease fire resiliency force in support of Ukraine’s sovereignty. In discussions of partitioning, I was referencing areas or zones of responsibility for an allied force (without US troops). I was NOT referring… https://t.co/wFBcEVjxtO
— Keith Kellogg (@generalkellogg) April 11, 2025