Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, sarà a Washington il prossimo 17 aprile per affrontare il delicato tema dei dazi imposti dal presidente americano, Donald Trump, e poi congelati per 90 giorni ieri sera. «Considerati i suoi rapporti amichevoli con il presidente e con diverse figure della sua amministrazione, l’Europa difficilmente avrebbe potuto scegliere un’emissaria migliore», ha scritto Politico.
L’annuncio della visita di Meloni a Washington, tuttavia, non è stato gradito da tutti. E come è spesso accaduto negli ultimi tempi, le critiche sono arrivate dal governo francese. «Se cominciamo ad avere discussioni bilaterali, questa dinamica» di unità europea «che attualmente è presente finirà per spezzarsi», ha detto ieri mattina a France Inter il ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, rispondendo a una domanda sul «rischio che Giorgia Meloni», incontrando Trump, «giochi da sola». «Il rischio c’è, è un rischio presente fin dall’inizio, perché sappiamo che Donald Trump ha una strategia abbastanza chiara e semplice: dividere gli europei. Di fronte a questo rischio dobbiamo essere uniti, perché l’Europa è forte solo se è unita», ha affermato Ferracci.
Elly Schlein deraglia: "Trump insulta, Meloni abbassa la testa"
Le parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sono state piuttosto chiare: "Ve lo dico io, questi paesi...In un’altra intervista a France 2, anche il ministro per gli Affari Europei, Benjamin Haddad, ha lanciato una frecciatina a Meloni. «Se si va negli Stati Uniti in ordine sparso e divisi, si pensa forse di essere più forti rispetto al farlo assieme, tutti e 27, con 450 milioni di abitanti?», si è chiesto il ministro francese. E ancora: «Vedremo cosa ha da dire Meloni. Si possono aprire delle discussioni... Tuttavia, è nel nostro interesse collettivo avere una risposta unita e decisa, piuttosto che divisioni». Le dichiarazioni improvvide dei due membri dell’esecutivo francese hanno fatto reagire a stretto giro il ministro italiano per gli Affari Europei, Tommaso Foti. «In merito alle dichiarazioni del ministro dell’Industria francese, Ferracci, vorrei rivolgere una domanda agli amici francesi, così preoccupati per l’incontro Meloni -Trump: mai come quando il presidente Macron si reca a Washington tutto sembra andare bene, mentre quando è la Meloni ad andare, invece no? Rispetto e reciprocità, cari amici francesi. Non ci sono nazioni di serie A e nazioni di serie B», ha dichiarato Foti.
Sulla sua scia, è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: «Evidentemente non hanno capito lo spirito di questa missione, l’Unione europea è ben contenta che l’Italia vada a parlare per sostenere le posizioni europee. Mi pare che la Francia di missioni ne abbia fatte tante. Noi siamo l’Italia e lavoriamo nell’interesse dell’Ue».
Ue, controdazi sospesi. E Orban si scatena: "Avevamo ragione noi"
Da Viktor Orban arriva il più classico, irridente degli "ve lo avevo detto". Sui dazi è sprezza...A sostenere l’iniziativa italiana, da Valencia, anche Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo: «Accolgo con favore tutti i tentativi di parlare con Trump. Meloni e Tajani pensano e lavorano nella prospettiva di difendere gli interessi dell’Europa. I leader populisti invece stanno svendendo i nostri interessi di europei». Il dietrofront di Parigi è arrivato ieri solo dopo il Consiglio dei ministri, quando con ogni probabilità è stato detto a Ferracci e a Haddad che le loro dichiarazioni, per tempi e toni, erano inappropriate. La visita del premier italiano a Washington «non ci preoccupa perché tutte le voci che permettono un dialogo con gli Stati Uniti sono benvenute, tanto più che la signora Meloni ha indicato lunedì, attraverso la sua delegazione, che era solidale con l’Unione europea e che fa parte dell’Unione europea», ha dichiarato la portavoce del governo francese, Sophie Primas. «È questa unità che ci è indispensabile mostrare agli Stati Uniti», ha aggiunto Primas, prima di concludere: «Lo ribadisco: nessuna inquietudine».