Dazi, Audi contrattacca Donald Trump: auto ferme nei porti

lunedì 7 aprile 2025
Dazi, Audi contrattacca Donald Trump: auto ferme nei porti
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Audi risponde ai dazi di Donald Trump. La casa automobilistica tedesca ha bloccato tutte le spedizioni di auto negli Stati Uniti a partire dal 2 aprile. Data in cui sono entrati in vigore le imposte del 25 per cento decise da Donald Trump su tutte le vetture importate. È stato lo stesso marchio del gruppo Volkswagen a comunicarlo ai concessionari in una nota interna, riportata poi da Automotive News. Successivamente è arrivata anche la conferma di un portavoce dell'azienda. Il blocco nei porti riguarda migliaia di veicoli destinati al mercato americano, tra cui il Suv più venduto, il Q5, che è prodotto in Messico. Ecco allora che Audi ha optato per una sospensione immediata delle consegne, in attesa di chiarimenti su tempi e modalità di applicazione dei nuovi dazi.

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E se c'è chi tenta una trattativa, c'è anche chi avvia un procedimento. È il caso del Canada che ha avviato un procedimento contro gli Usa presso l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Il contenzioso sono proprio i dazi. Lo ha riferito la stessa organizzazione con sede a Ginevra, sottolineando che il Canada ha presentato una "richiesta di consultazioni" al Wto, primo passo per avviare una disputa commerciale, "in merito alle misure statunitensi su automobili e parti di automobili provenienti dal Canada". Tentativi invece di ridurre le imposte doganali vengono avanzati dal Giappone. Il presidente americano ha avuto un lungo colloquio con il premier giapponese Shigeru Ishiba: "Sta inviando una squadra di alto livello per negoziare- ha scritto il tycoon - Hanno trattato gli Stati Uniti molto male in materia di commercio. Non prendono le nostre auto, ma noi prendiamo milioni delle loro. Allo stesso modo l'agricoltura e molte altre 'cose'". 

Anche all'Europa non va meglio. Stando al report di S&P Global - in base all'analisi - è il settore automobilistico quello che dovrebbe risentire degli effetti più negativi, in quanto l'imposizione di una tariffa del 25 per cento sui veicoli importati negli Stati Uniti potrebbe incidere negativamente su produttori europei e di altri paesi del mondo e sulle loro estese reti di approvvigionamento.