In meno di 4 mesi la storia ha subito un’impressionante accelerazione: il 20 gennaio Donald Trump torna alla Casa Bianca e chiude per sempre la fase politica dem che era cominciata con Obama nel 2008; il 18 marzo Trump parla al telefono con Putin e apre un difficile negoziato per la tregua in Ucraina; il 2 aprile arriva il “Liberation Day”, il giorno dei dazi per tutti. Sono i tre volta pagina del romanzo contemporaneo: l’inizio di un nuovo ciclo della storia americana; il ridimensionamento dell’impegno del Pentagono in Europa; il tentativo di re-ingegnerizzare la macchina del commercio mondiale.
In questo scenario, la premier Giorgia Meloni incontra Trump a Mar a Lago prima del suo insediamento e avvia un dialogo diretto con la Casa Bianca; il ministro degli Esteri Antonio Tajani incontra il segretario di Stato Marco Rubio consolidando la collaborazione tra la Farnesina e Foggy Bottom; il leader della Lega, Matteo Salvini, parla con il vicepresidente JD Vance e ospita Elon Musk in collegamento al Congresso del partito che si celebra a Firenze. La destra italiana fa parte dell’ondata conservatrice che sta plasmando il presente. Cosa fa la sinistra? Non tocca palla, è incapace di leggere la mappa del nuovo mondo che rifiuta i loro dogmi. I comunisti italiani furono sepolti dal crollo del Muro di Berlino (1989) e dalla fine dell’impero sovietico (1991), ma reagirono con l’istinto di sopravvivenza e si misero sulla scia della globalizzazione di Bill Clinton e Tony Blair, coppia che seguiva le linee della straordinaria fase conservatrice dei mercati aperti e dell’avanzata delle democrazie, quella di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Storia finita, siamo in piena regionalizzazione del commercio mondiale. Oggi qual è la cultura dell’opposizione? La loro bancarotta ideologica è esposta nello spettacolo delle due piazze quella per l’Europa di Ventotene e l’altra per la pace - dove il palcoscenico è pieno e vuoto.
Pieno di confusione e vuoto di programmi, colmo di utopie e deserto di significato. Elly Schlein e Giuseppe Conte sono divisi su tutto e uniti nel caos dei loro pensieri su come (non) va il mondo. Idem odiano Trump, per loro è il nuovo fascismo, mentre i pentastellati lo guardano con la nostalgia di «Giuseppi»; sull’Ucraina si dividono in Parlamento, ma entrambi sono prigionieri dei tabù pacifisti; sulla crisi economica europea e i dazi, sono superati da Trump nella critica ai danni della globalizzazione e così tifano per il crollo dei mercati e la crisi, sperando di trarne un vantaggio. Oggi si dirà che Conte ieri ha vinto in piazza contro Schlein, la realtà è che sono due ombre travolte dalla storia che corrono verso il nulla. Il gioco è a destra.
Due edifici residenziali a Mosca sono stati colpiti da un attacco con droni. E' successo questa mattina all'alba a partire dalle ore 4.30. Sulla scena dell’incidente sono stati trovati detriti riconducibili proprio a parti di un drone, dopodiché l’area è stata transennata dai servizi di emergenza russi. I residenti sono stati evacuati. "C'era un suono innaturale. Di solito alle cinque del mattino c'è il rumore delle auto ma questo era innaturale", racconta un residente locale. "Abbiamo un appartamento vicino, se fosse stato colpito sarebbe saltato tutto in aria", aggiunge.
Seggi aperti in Turchia per il secondo turno delle elezioni Presidenziali. Oltre 64 milioni di elettori scelgono tra il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan e il socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu. Il presidente uscente, dato in vantaggio nei sondaggi, ha votato in un seggio di Istanbul.