Niente da fare. L’invito rivolto ieri da Mario Sechi e da mesi complessivamente dal nostro giornale (sintetizzo: il problema dei dazi c’è, ma calma, niente reazioni di pancia, semmai prepariamoci a trattare con freddezza e razionalità) non pare nemmeno lontanamente preso in considerazione dal grosso dei media italiani, impegnati in una curiosa combinazione tra una sceneggiata e una crisi isterica. Ogni volta – sia detto con il dovuto rispetto – si ha addirittura la sensazione che alcuni commenti vengano regolarmente scritti prima che Trump parli, o comunque ignorando a bella posta parti sostanziali dei suoi ragionamenti: quelli sulla reciprocità, in primo luogo, o anche quelli sulle barriere non tariffarie, a partire dall’eccesso di regolamentazioni europee che ci avvelenano la vita (oltre che complicare il commercio internazionale). Ma torniamo al cuore della questione: trattare-trattare-trattare. Con Trump la regola generale è sempre questa: e ciò vale anche per la materia scottante dei dazi, che – come principio generale – a noi di Libero non piacciono granché. Dazio chiama contro-dazio, e una spirale del genere, alla fine, può rendere il commercio mondiale meno libero, più costoso, meno vantaggioso per tutti.
AVVISI DAL WSJ
Ieri, un giornale non certo progressista come il Wall Street Journal ha ad esempio indirizzato alcuni avvisi intelligenti a Trump. Stia attento il Presidente, gli ha detto il Wsj: con i dazi si può alimentare incertezza, può esserci una perdita di centralità economica e commerciale degli Usa, e può esserci un vantaggio tattico – o forse addirittura strategico – per Pechino. Argomenti che la Casa Bianca farebbe bene a non sottovalutare. Ecco, questo è un modo intelligente di interloquire (anche criticamente). Così come, da questa parte dell’Atlantico, il pragmatismo orientato al negoziato manifestato dal governo italiano pare decisamente preferibile rispetto alle sparate di Ursula von der Leyen. Qualcuno crede che far volteggiare nell’aria le parole “vendetta” o “rappresaglia”, come è avvenuto due giorni fa (ieri mattina dall’Uzbekistan, dove si trovava, la Baronessa è stata un pochino più cauta) risolva qualcosa? Decisamente no. Ancora peggiori le reazioni giunte da Berlino, con surreali paragoni tra i dazi di Trump e l’invasione russa dell’Ucraina.
Due edifici residenziali a Mosca sono stati colpiti da un attacco con droni. E' successo questa mattina all'alba a partire dalle ore 4.30. Sulla scena dell’incidente sono stati trovati detriti riconducibili proprio a parti di un drone, dopodiché l’area è stata transennata dai servizi di emergenza russi. I residenti sono stati evacuati. "C'era un suono innaturale. Di solito alle cinque del mattino c'è il rumore delle auto ma questo era innaturale", racconta un residente locale. "Abbiamo un appartamento vicino, se fosse stato colpito sarebbe saltato tutto in aria", aggiunge.
Seggi aperti in Turchia per il secondo turno delle elezioni Presidenziali. Oltre 64 milioni di elettori scelgono tra il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan e il socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu. Il presidente uscente, dato in vantaggio nei sondaggi, ha votato in un seggio di Istanbul.