Casa Bianca, inviati per errore a un giornalista i piani segreti d'attacco agli Huthi

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lunedì 24 marzo 2025
Casa Bianca, inviati per errore a un giornalista i piani segreti d'attacco agli Huthi
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Clamoroso, ma vero. La Casa Bianca costretta ad ammettere un errore clamoroso, in virtù del quale è stato accidentalmente inserito il caporedattore della rivista The Atlantic in una conversazione riservata tra alti funzionari statunitensi che verteva gli attacchi contro i ribelli Houthi.

"Sembra che al momento la catena di messaggi riportata nell'articolo sia autentica e stiamo indagando su come sia stato aggiunto per errore un numero", ha dichiarato Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale. La rivelazione arriva dopo che il giornalista Jeffrey Goldberg ha affermato di aver ricevuto, tramite l’app di messaggistica Signal, informazioni dettagliate sul piano di attacco messo in atto dagli Stati Uniti il 15 marzo contro gli Houthi in Yemen.

Sebbene Goldberg non abbia divulgato i dettagli del piano, ha sottolineato che il funzionario Hegseth ha condiviso nella chat informazioni riguardanti "obiettivi, armi che gli Stati Uniti avrebbero schierato e sequenza di attacco". Inoltre, ha riportato che "secondo il lungo testo di Hegseth, le prime detonazioni in Yemen sarebbero state avvertite due ore dopo, alle 13:45 ora orientale", tempistica poi confermata da fonti sul campo.

Secondo il giornalista, il suo numero sarebbe stato aggiunto alla conversazione due giorni prima, permettendogli di ricevere aggiornamenti da altri funzionari governativi coinvolti nella pianificazione. Tra questi, il 14 marzo, una persona identificata come il vicepresidente J.D. Vance ha espresso scetticismo sull’operazione, affermando di odiare "salvare di nuovo l'Europa", riferendosi al fatto che i Paesi europei risultavano maggiormente colpiti dagli attacchi degli Houthi alle spedizioni rispetto agli Stati Uniti. Altri membri della chat, tra cui il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e Hegseth, hanno risposto sostenendo che solo Washington possedeva le risorse necessarie per portare a termine la missione. Quest’ultimo, in particolare, ha condiviso "l'odio di Vance per gli scrocconi europei".

Un altro partecipante identificato come "S. M.", ipoteticamente Stephen Miller, ex consigliere di Trump, ha sottolineato che "se gli Stati Uniti ripristinano con successo la libertà di navigazione a caro prezzo, è necessario che in cambio venga estratto un ulteriore guadagno economico". Un caso, per ovvie ragioni, che sta suscitando profondo imbarazzo all'amministrazione Usa.