Se sul terreno le truppe di Kiev subiscono la pressione incessante di fanteria, carri armati e artiglieria russi, in aria l’Ucraina punta così tanto sui droni da essere divenuta, nei tre anni di guerra finora trascorsi, il maggior paese produttore di velivoli militari senza pilota. La stragrande maggioranza di essi sono piccoli quadricotteri o mini-aeroplanini di pochi kg usati per ricognizione o come munizioni circuitanti nei combattimenti al fronte per colpire singoli carri o postazioni russe. Ma molti sono droni di medie dimensioni - alcuni quintali di peso- usati come bombardieri telecomandati suicidi, in sostanza missili da crociera, per attacchi in profondità nel territorio russo. Si aggiungono droni navali, ovvero barchini telecomandati, che pure hanno inflitto seri danni a navi, porti e ponti.
L’esteso uso dei droni, specie quelli più piccoli ed economici, permette agli ucraini di risparmiare vite preziose e rendere insicure le azioni delle brigate russe sul terreno, che infatti avanzano lentamente. Beninteso, anche la Russia fa largo uso di droni, ma in questa sede ci occuperemo dell’exploit della produzione ucraina. I risultati si vedono di giorno in giorno. Ad esempio, il 26 febbraio 2025 almeno due droni ucraini hanno attaccato Tuapse, nella regione di Krasnodar, danneggiando una raffineria, un oleodotto e il vicino porto sul Mar Nero.
Ucraina, conclusi dopo 5 ore i colloqui con gli Usa a Riad: "Discussione produttiva"
Si sono conclusi dopo circa cinque ore i colloqui tra il team ucraino e quello americano a Riad. Lo ha annunciato in un ...Due giorni prima, il 24 febbraio, droni ucraini avevano incendiato una raffineria della compagnia Rosneft presso Ryazan. Lo stesso giorno il ministro della Difesa, Ruslan Umerov, affermava con orgoglio che «il 96% dei droni da noi impiegati è costruito in Ucraina». Il risultato è dovuto non solo a una mobilitazione nazionale, ma anche a investimenti occidentali. Nel 2022 l’Ucraina riuscì a produrre solo 5mila droni, ma già nel 2023, mettendo alla frusta decine di aziende, toccò un record di 300.000 ordigni. Nel 2024, complici i finanziamenti Usa, da parte dell’amministrazione del presidente Usa, Joe Biden, in due tranche da 800 milioni di dollari e 1,5 miliardi, il settore è cresciuto secondo il cosiddetto “piano da un milione di droni”.
Nell’ottobre 2024 lo stesso presidente Zelensky azzardò che i volumi potessero arrivare a 4 milioni di droni l’anno. Era, però, una previsione troppo ottimistica e il 2024 s’è chiuso su 1,5 milioni di unità. Per fine 2025 si prevede una cifra compresa fra 2,5 e 3 milioni. In gran parte l’Ucraina ha dovuto fare di necessità virtù, sopperendo coi droni di produzione nazionale per l’attacco a lungo raggio alla scarsità di missili forniti dai paesi occidentali. È noto che gli Usa hanno dato tardivamente a Kiev il permesso di usare missili Atacms per attaccare obbiettivi in territorio russo, missili di raggio limitato e disponibili in esiguo numero. Pochi sono anche i missili da crociera anglo-francesi Scalp/Storm Shadow, mentre la Germania ha sempre rifiutato di dare i suoi Taurus. Il più famoso drone ucraino a lungo raggio è l'UJ-26 Bober (“castoro”), paragonabile agli Shahed/Geran russo-iraniani. Costruito dall’azienda Ukrjet di Kiev è stato finanziato in gran parte da una raccolta fondi lanciata nel 2022 dal blogger Ihor Lachenkov.
Operativo dal 2023, il Bober ha un’apertura alare di 2,5 metri, è lungo pure 2,5 metri e pesa 150 kg, con 20 kg di testata esplosiva, in genere a carica cava perforante. La velocità massima è di 200 km/h e il raggio d’azione arriva a 800 km. Ogni Bober costa 100.000 dollari. Più economico, fra i droni a lungo raggio, è l’AQ-400 Kosa (“falce”), che costa 30.000 dollari ed è costruito quasi interamente in legno (compensato). Ha una gittata di 750 km e porta fino a 32 kg di esplosivo, su un peso totale di 100 kg. Più ambizioso è un drone a reazione, il Peklo (“inferno”), svelato da Zelensky nel dicembre 2024. Lungo circa 2 metri, è mosso da un motore a turbogetto, il che lo rende molto più veloce rispetto agli altri droni, che sono a elica. Sfreccia a 700 km/h e colpisce fino a 700 km di distanza. Di fatto è il perfezionamento di un altro drone a reazione ucraino, il Palyantsiya, la cui velocità arriva a 450 km/h. A questi livelli diventa labile la distinzione fra drone e missile da crociera, dato che, di fatto, si tratta in entrambi i casi di aeroplani senza pilota.
Ucraina, la pace trumpiana sta funzionando
Domani in Arabia Saudita si terrà l’incontro tra una delegazione diplomatica statunitense e una ucraina. Se...Se questi grossi droni si contano nell’ordine delle poche migliaia di esemplari in totale, il maggior numero è costituito da miriadi di piccoli ordigni lanciati a mano dai singoli soldati sul fronte, come quelli costruiti dalla Taf di Kiev, che con un rateo produttivo di 40mila unità al mese è la maggior costruttrice ucraina di droni. Fra i suoi modelli più diffusi, il piccolo Kolibri 7, quadricottero elettrico che può portare un carico di 1,5 kg, che può essere una piccola bomba a mano o una fotocamera da ricognizione. Nonostante le piccole dimensioni, può volare per 12 km a una velocità massima di 80 km/h. Altri modelli simili, come il Molfar dell’azienda Vyriy, possono essere usati in sciami.
I piccoli droni tattici costano molto poco, da 300 a 500 dollari l’uno, e costituiscono un’alternativa economica ad armi più costose come i missili anticarro americani Javelin, del costo di 80mila dollari l’uno, o anche le banali granate d'artiglieria da 155 mm, che toccano comunque 3mila dollari al pezzo. Ovviamente non basta l’intenso impiego di questi “gnomi” del cielo a vincere la guerra, essendo l’Ucraina debole sotto molti altri aspetti, ma certo contribuisce a protrarne la resistenza.

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