Un Trump a tutto campo allo Studio Ovale ha parlato di Ucraina, dazi, Nato, e ha anche annunciato la realizzazione del jet da combattimento più potente della Storia. Secondo lui, in particolare, molto presto si arriverà a un cessate il fuoco “completo” in Ucraina. Parlando dallo Studio Ovale il presidente degli Stati Uniti tra le altre cose ha dichiarato che è «in fase di negoziazione un accordo» sulla divisione dei territori. Anche se la dichiarazione è arrivata a poche ore da un massiccio attacco di droni russi su diverse regioni dell'Ucraina.
Sui dazi, ha difeso le sue decisioni. «Il 2 aprile è il giorno della liberazione in America! Per decenni siamo stati derubati e abusati da ogni nazione del mondo, sia amica sia nemica. Ora è finalmente giunto il momento per i buoni vecchi Usa di riavere indietro un po' di quei soldi e rispetto. Dio benedica l'America!», ha scritto su Truth, facendo riferimento alla data nella quale entreranno in vigore i dazi da parte americana verso una serie di Paesi, fra cui quelli dell'Unione europea, su una serie di prodotti.
Ha però aperto a qualche forma di flessibilità. «Le persone vengono da me e parlano di dazi e mi chiedono se possono avere delle eccezioni. Una volta che lo fai per uno, devi farlo per tutti», ha detto il presidente rispondendo a una domanda sulle tariffe nello Studio Ovale. «La parola flessibilità è una parola importante. Ci sarà flessibilità» (...)
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Due edifici residenziali a Mosca sono stati colpiti da un attacco con droni. E' successo questa mattina all'alba a partire dalle ore 4.30. Sulla scena dell’incidente sono stati trovati detriti riconducibili proprio a parti di un drone, dopodiché l’area è stata transennata dai servizi di emergenza russi. I residenti sono stati evacuati. "C'era un suono innaturale. Di solito alle cinque del mattino c'è il rumore delle auto ma questo era innaturale", racconta un residente locale. "Abbiamo un appartamento vicino, se fosse stato colpito sarebbe saltato tutto in aria", aggiunge.
Seggi aperti in Turchia per il secondo turno delle elezioni Presidenziali. Oltre 64 milioni di elettori scelgono tra il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan e il socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu. Il presidente uscente, dato in vantaggio nei sondaggi, ha votato in un seggio di Istanbul.